Simili a fili d'erba, tratto da " Lascia la tua terra Sinfonia del congedo"

testo poetico di Stefano Iori edito da Fara Editore 2017 Roma.

Due incisione a tondo su zinco in ceramolle o punta dolce e colore.

Su carta a mano di cotone Hahnemühle di 280 gm a M2
di Loredana Müller in XXII esemplari in numeri romani

generate e stampate dall'artista per le Edizioni areapangeart Ti-Ch 2018

- Dialogo tra Mantova Lombardia- Italia e Camorino-Ticino Svizzerae

 

 

 

Stefano Iori “Lascia la tua terra”, Faraeditore, 2018 di  ROSA PIERNO

 

 

 

Partiamo dal titolo Lascia la tua terra per comprendere il senso metaforico dell’invito al viaggio che Stefano Iori ci propone. È un viaggio che si compie tramite scrittura: solo con essa vi è l’evidenza delle tappe raggiunte o degli errori commessi, dei vicoli ciechi del labirinto, delle ascese e delle visioni fantasmatiche. Non che la scrittura sia strumento necessario e sufficiente, bastevole a ideare, costruire o intraprendere il viaggio interiore, che è spesso da effettuare lungo una via ostruita, ossessivamente ricercata, sfuggente e che se non esclude la ragione, la relativizza fortemente, lasciandola sulla scena solo perché, se esclusa, il suo ruolo risulterebbe troppo preminente. In fondo, assieme alla scrittura bisogna dapprima dimenticare tutto ciò che la scrittura trasporta per affrontare senza zavorre il percorso agognato. Il paradosso, probabilmente, non può essere risolto e Iori non offre nessuna facile soluzione che annulli uno dei rami del problema. Tuttavia afferma l'autore - dal percorso di Lascia la tua terra non può che trapelare qualche spunto per il lettore che tenti di reinterpretare il paradosso in questione, rileggendolo alla luce della carezza che si genera nell'incontro tra voce (del pensiero) dell'autore e voce dell'anima, quella di chi scrive e quella di chi legge. Entrambe, in modo armonico o disarmonico, hanno qualcosa da suggerire in merito alla narrazione poetica in questione: è un dato di relazione di cui è bene avvedersi. Credo che qualche suggerimento di percorso sia offerto a chi voglia approfondire la lettura, come quello di tendere l'orecchio e di ascoltare il ritmo dell'anima che si aggiunge  all'armonia libera orchestrata da autore e lettore, fino a costituire, nell'ulteriore intreccio, una musica dal piglio nuovo”.

 

 

 

Lo stile poetico, pur serrato e asciuttissimo, non è mai dimentico di un’aggettivazione che mostra la fondamentale importanza del dato visivo (e ricordiamo pure che il libro è costellato da una serie di disegni realizzati dall’autore stesso). Pertanto il poeta mantovano pare dipingere lo spazio in cui si muove e pur dovendo destreggiarsi con termini astratti (paura, vuoto, grazia, armonia) è sempre accorto a non far mai divenire astrusa la sua espressione. I suoi legami sintattici e logici, quand’anche paradossali, accompagnano il lettore come un compagno di strada. Il linguaggio di Iori subisce una sorta di diradamento: egli, rarefacendo la presenza delle parole, soppesandole e valutando la loro necessità all’interno del testo-guida, tesse una trama impalpabile con sentieri sottilissimi.

 

 

 

Nel viaggio vi è la necessità di avere occhi che sappiano guardare in maniera diversa; esso forse potrebbe essere percorso con una benda sugli occhi. Quale sarebbe la meta di una siffatta percorrenza? “Un nuovo cominciamento” leggiamo dalla limpida prefazione dell’autore. A partire dalla morte come termine solo fisico dell’esistenza, il viaggio riguarda la scoperta di un altrove, il nulla (“dimensione, non-dimensione”) nella quale esperire il dubbio, lo stupore e infine “la vertigine della bellezza“. Questo l’iter: quasi tracciante un universo esperienzale parallelo, in cui la scrittura può apporre segni, tacche, ridonare nuovi sensi alle parole. Nulla di convenzionale, di appartenente a quel quotidiano che ci rende chiusi a nuove scoperte: lo svelamento non può che essere contiguo all’atto dell’apertura.

 

 

 

Il dubbio sulla convenzionalità ci porta a percezioni che rivitalizzano i sensi moltiplicandoli e che, assieme all’abbattimento delle differenze percettive, implementano le sensazioni sinestetiche: tal che un’inaudita sinfonia avvolge colui che è in transito e che ha già superato alcune tappe. C’è dunque una mappa, un disegno per morire rispetto a tutto ciò che è conosciuto (passato e futuro) e al fine di rinascere nel vuoto, in un nuovo stato. La natura di tale vuoto è puro spazio ove accade quello che non accade nel limitato mondo in cui abbiamo rinchiuso la nostra esistenza. Se in esso nascita e morte sembrano eventi invalicabili e non trasformabili, nel vuoto essi sono momenti equivalenti e diffrazionabili, non sono più segni e, di conseguenza, sono testimonianze dell’avvenuto cambiamento. Una scrittura del vuoto è forse simile al concetto matematico della tangente che si avvicina senza mai giungere veramente a toccare l’altra sponda, territorio impenetrabile. Poiché se lo raggiungesse la pagina resterebbe bianca.

 

 

 

Se per Iori la scrittura è ‘rude’, ‘turpe cesello’ e non vi è “Nessuna evidenza / di fine sutura”, pure essa è immaginifica, descrive visioni che hanno una crudeltà che è per noi familiare grazie ai quadri di Bosh. Troppo credito si dà alla morte per esprimere il nostro attaccamento all’esistere, dimenticando l’anima. Siamo ancora in piena metafora. È la morte il punto di rivolgimento, quello che, ritrovato, ci fa cadere in un’altra dimensione, lì dove erano: “Ombre di materia/ parvenze di senso”. Dalla negazione dell’infinito si giunge al sogno, al “nulla che scrive / con penna d’alchimista/ e sempre dona stupore”.

 

 

 

Davvero una mutazione alchemica che consente al poeta di scrivere su “fogli d’aria” le quattro parole che ora - grazie al viaggio intrapreso - hanno modificato il loro significato: “Morte / Nulla / Dubbio / Splendore”.

 

Una nuova lingua, in cui musica e infinito sono inscindibili.

 

 

 

A rabbi Aronne fu chiesto

 

cosa avesse imparato

 

dal suo maestro

 

il grande Magghid

 

 

 

Nulla” rispose questi

 

Ho imparato il nulla

 

il senso intimo del nulla

 

Ho capito che sono nulla

 

e che pure sono

 

 

 

I margini del nulla

 

non sono luce o buio

 

eppure hanno voce

 

sottile e impensata

 

 

 

Ai margini del nulla

 

cieco sta un lume spento

 

nella tenebra smagliante

 

 

 

Il lettore affronta il nuovo linguaggio poiché reso edotto dal percorso interiore del poeta e le parole sembrano ora effettivamente rilucere dal fondo delle tenebre o, il che è lo stesso, sulla carta. L’io frattanto si è dissolto.

 

 

 

Non mio il verso

 

che nasce fantasma

 

guizza e svanisce

 

brilla e poi sannebbia

 

donando al dubbio

 

candida memoria

 

 

 

La presunzione

 

di possedere il verbo

 

passa dalla cruna

 

del respiro corto

 

 

 

Ciò che si evince dalla lettura è che, forse, in questa fase è il dubbio a consentire di liberarsi dalle zavorre concettuali e culturali, è il dubbio che aiuta a non assumere alcuna finitezza, a creare aperture, a vedere senza definire. Allora sarà lo spazio per nuove visioni, per grani di stupore, ove la natura gioca un ruolo epifanico.

 

 

 

 

 

 

 

Carteggio orientale

 

 

 

I salici sinchinano al fiume

 

l’acqua ne rimanda le ombre

 

Sono alberi i riflessi fluttuanti

 

o indizi di nuova essenza?

 

Relitti di vita che va

 

o bozzoli di creazione?

 

 

 

Per un magico istante

 

non c’è ansia di risposta

 

Appena si avverte

 

un’oncia di svelamento

 

subito la gioia arriva

 

 

 

L’impensato è esso stesso la vertigine della bellezza: è l’inatteso!

 

La scrittura, a questo punto, non sarà più scritta, ma si disperderà come un fiume rifocillante “in mille lingue” coesistendo in un’”alchimia senza memoria”.

 

 

Luci e ombre della sera, tratto da "Lascia la tua terra Sinfonia del congedo"

 testo poetico di Stefano Iori edito da Fara Editore 2017 Roma.

 Particolare di un incisione calcografica a punta secca su lastra di zinco,

 unita a morsura libera arginata- acquaforte
Su carta a mano di cotone Hahnemühle di 280 gm a M2
di Loredana Müller in XXV esemplari in numeri romani

 generate e stampate dall'artista per le Edizioni areapangeart Ti-Ch 2018

 - Dialogo tra Mantova Lombardia- Italia e Camorino-Ticino Svizzerae

 

 

*

Senza pretesti ribelli

né mitiche assonanze

con eroi martiri o angeli

                             caduti

 

                                                                   Senza l'urlo dell'io 

Senz'altro e altrimenti

m’allungo verso il cielo privo d’ali per volare

e di gambe per saltare

 

Verme nella terra

                    cieco

nego il mio destino

per bisogno fatato

e purissimo istinto

 

Seguo il bagliore

di un faro spento
Luce e buio dell'istante

 

Continuamente passo

attraverso due porte 

Fuori di questo mondo

 dentro il mondo futuro

 E di nuovo fuori e dentro

 

 

13 agosto 2018 Stefano Iori

 

 

Simili a fili d'erba, tratto da " Lascia la tua terra Sinfonia del congedo"

 testo poetico di Stefano Iori edito da Fara Editore 2017 Roma.

 Due incisione a tondo su zinco in ceramolle o punta dolce e colore.

 Su carta a mano di cotone Hahnemühle di 280 gm a M2
di Loredana Müller in XXII esemplari in numeri romani

 generate e stampate dall'artista per le Edizioni areapangeart Ti-Ch 2018

 - Dialogo tra Mantova Lombardia- Italia e Camorino-Ticino Svizzerae

 

 

                                Come parole rammendate                                          accennate

                                                 di cui sfugge il suono antico

                                                Come virgole gentili

                                                il cui silenzio prepara il ritmo

                                                Come liturgia che non chiede sforzo

                                                Ascolto e azione, condivisi e assolti

 

                                                Steli d'erba s’inchinano al fiume

                                                spinti dal soffio caldo del Libeccio

                                                L’acqua rimanda la vibrante preghiera                         oltre libertà

 

 Relitti di vita i riflessi fluttuanti                                    segni

 o indizi di nuova essenza?                                          aurora

Per un magico istante

non c’è ansia di risposta

Basta un’oncia di svelamento

e subito la gioia arriva

 

 

 

Leggerò domani, tratto da " Lascia la tua terra Sinfonia del congedo"

testo poetico di Stefano Iori edito da Fara Editore 2017 Roma.

Due elio gravure a sole e torchio, su lastra di zinco a colore e inserti a secco

su carta a mano di cotone Hahnemühle di 280 gm a M2

di Loredana Müller in XXV esemplari in numeri romani

 generate e stampate dall'artista per le Edizioni areapangeart Ti-Ch 2018

 - Dialogo tra Mantova Lombardia- Italia e Camorino-Ticino Svizzerae

 

 

                                                               *

 

 Notte

 

 Legni si piegano

 

 sotto il peso dei libri

 

  Macchine e carte

 

  mordono il tavolo

 

che piange nel buio

 

con gemito sottile

 

 

 

Notte

 

La sedia respira

 

senza il mio peso

 

Leggerò domani

 

ciò che non ho scritto