di R.Pierno
All’apertura del libro, esemplare unico, si precipita lungo la dimensione verticale, esattamente come sarebbe accaduto alla Alice che avesse sconsideratamente aperto la botola. In
realtà, il libro Condotta forzata, con i testi di Marino Cattaneo e i disegni di Loredana Müller, più che un libro si presenta come un corridoio che immetta in una dimensione in
cui le parole sono oggetti e i segni bianchi cordoli da afferrare per la risalita. Per la condotta, che fa precipitare l’acqua e allo stesso modo i vocaboli, si veda la
splendida pagina costruita col lemma “giù”, intervallato da vacuoli che valgono come intermittenze, consentendo all’occhio di cogliere le immagini volatili della discesa come
accade nella ruota conservata al Museo della Cinematografia di Parigi, ove le fessure fanno percepire l’altrimenti invisibile volo dell’uccello.
La contiguità delle parole, deprivate da sintassi, veicola e inscena, assembla il paesaggio, accostando elementi concreti e astratti, intessendo fra i materiali che andranno a
costituire il nido-testo, anche i rumori e le percezioni spazio-temporali, le variazioni meteorologiche. L’immagine-collage, costruita con i procedimenti dell’omofonia e
dell’analogia, utilizzando assonanze e allitterazioni, si rapprende, diventa trama fittissima, facendo scorrere dinanzi a noi, il tessuto filmico del paesaggio. La percezione è
essa stessa coatta, non solo perché è quella che si subisce nei pressi dell‘impianto idroelettrico, situato fisicamente tra Giubiasco e Camorino, quanto perché è la mente a
dispiegare il fonico contrappunto, a disporre la visione nella struttura testuale, quasi che il soggetto subisse entrambi, facendoli accavallare fino all’intrusione, nella caduta
percepita, diremmo.
Tuttavia, il testo finisce col prevalere, si libera dalle strettoie del visto, prosegue sui propri reticoli, s’allarga a macchia d’olio, riconquista brandelli di sintassi,
s’apre a considerazioni umane e sociali (la fatica degli operai, quella dei progettisti, la sfida disumana portata dagli umani alla natura e la prova sostenuta, ma anche il
contraltare di tale fatica che ha un riscontro nel sogno e nella realizzazione, nello scopo dell'impianto di cui beneficia la comunità).
L’acqua stessa è un sogno: nelle sue profondità blu elettrico, nelle sue riflettanze chiare, ove sgorgano altre identità, l’artista Loredana Müller segue a sua volta la condotta
idrica immergendovisi, percorrendone le cavità, grotte che si specchiano l’una nell’altra e che, come nell’antro di Circe, fanno smarrire la memoria, ma ove sono anche i
cordoli bianchi che affiancano il percorso, procurando la possibilità della risalita. Il libro è ideato con una geniale sezione tra testo e immagine - i quali restano separati da
un taglio della carta - raddoppiando e amplificandolo la discesa: si scivola nel libro fino all’epilogo ove, magnificamente, si rimane nelle profondità intestine di un testo
invaso dall’intensità del blu.
Rosa
Pierno
sì tutto
anche il nulla
refolo d’ombra o
soffio
quel fruscio anche
tutto tutto
finire nell’inghiot-
titoio ti dico
la geometrale del
tempo il corso
dello spazio
per forza di legge
per rinascere esatta
più sublime natura
sublime merce
tutto
nubi nubi nu-
bi albe albere ramaglie
scaglie rami le più mi-
nime lune le più minime
trasudazioni trame tane
neve livree livori cro-
ste radici tracimazioni
le più minime rocciosi-
tà accidia squame nembi
nuvolinembi di novembre
d’ottobre buriane burìe
tormente Carena Carmena
Verona di bestie Verona
affilata tritume d’ope-
rai operai operai grumi
muri musi fumi fumigno-
li ombre di sfuggiaschi
(giù giù) foschie Costa
Schena creste Canaa ce-
mento teste diga bitume
armeggiamento (in curva
d’aria) malora gallerie
gallerie di galera mor-
morio acredine torrenti
sommovimenti di baracca
lavorio di trame faglie
fame lame ale unghiasse
settembre le più minime
traversagne poi anche e
bocche (fauci) ferrigne
ferrai carrai laminatoi
colatoi caprai minatori
sassaie sassaie sassaie
volpi
(estratto dal testo Condotta forzata, 2016)