Dubravko Pušek

ospite ad acquapoetica a Camorino
Lunedì 23 ottobre ore 19. 
Dialoga con Gilberto Isella

...

Dubravko Pušek nato nel 1956 a Zagabria, vive a Lugano.

 

Conosco per voce, e per interesse , Dubravko Pušek, incontrato certo nei meandri di un piccolo Ticino.

Mi spiego meglio, mi è sempre piaciuto il suo modo di toccare intervistando una serie di caducità.

Ho letto sue poesie nate per progetti di libri con pagine incise.

Quando per acquapoetica Gilberto Isella mi ha proposto Dubravko,

ne ero felice, per me un poeta a tutto tondo.

Ricordo... Anime, erbe

E riconosco una voce poetica rara perchè espressiva e aperta allo spirito,

Premio Schiller 2002 per la raccolta Effetto Raman

la sua poesia scardina il senso logico del discorso poetico contrastandolo per immagini .

 

Ha una grande e riconosciuta attività di traduttore dei maggiori poeti croati,

es.Nicola Sop, Tonci Petrasov Marovic, Kruno Quien.

 

Dirige la collana di poesia Laghi di Plitvice e,

dal 2006, la rivista Viola. Così apprendo, giunta a12 numeri.

 

Presenterà suoi testi e discuterà con Gilberto Isella,

qui in saletta areapangeart di Camorino.

 

Aus: «Anime, erbe»

Scotopie I

I due si amavano sulla finestra,
nottetempo, con il precipitare
dell’edera nel vuoto.
Il cinquefoglie fior d’oro
spargeva il polline.
Ma quattro gambe,
quattro braccia
pendevano sulla città
non più in ascolto …
Tirava un vento secco, come oggi,
sollevava la polvere.
Il cielo grigio ne era saturo
e tutta l’aria gialla …

 

Dubravko Pušek ( foglio in sala)
Nato a Zagabria nel 1956, Dubravko Pušek vive a Lugano, dove ha lavorato per i servizi culturali della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Poeta «della distanza e dell’inappartenenza», Pušek ha esordito nel ’75 con la raccolta Arpa serafica. Tra i suoi libri in versi ricordiamo: Carni trasparenti (Lacaita, 1980), Le stanze dei morti (Casagrande, 1986), Pietra di labbra (Lubrina, 1988), Polvere di Novak (D.P., 1990), Vlkov Valk, un requiem (1997), Effetto Raman (2001). Importanti sono l’opera di traduttore, soprattutto di poeti croati come Nikola Šop, Tonči Petrasov Marović, Kruno Quien, e il lavoro di editore: sue sono la collana di poesia “Laghi di Plitvice” e la rivista “Viola”.

 

 

L’angelo della verticale

L’angelo della verticale

non narrerà, se non a te, negate

negazioni

(inenarrabili),

livori cupi negherà a te,

a me, l’esistenza dei corpi

segni notturni, 

stelle,

costellazioni, fosfori.

 

 

 

 

Non partì benché ne avesse

Non partì benché ne avesse

il proposito – né si riconobbe

nell’allontanarsi…

ma chi partendo se ne va per davvero,

se ne va nella pietra, si fa

pietra, senza dire nulla, 

nel destino della desinenza ire,

quest’ineguale dire, partire,

(chiudere)…

si ritrae irrimediabilmente il tuo,

si ritrae irrimediabilmente il tuo,

il mio dio,

non un addio dentro la sillaba

altrui (né tua né mia)

(da Le stanze dei morti)

 

Non altro che di polverosa

origine, di fuliggine d’oriente…

  

Di un canto mai udito

è inutile parlare…

Pure della rosa, 

d’una parola che mente…

Il suo seguito è dove c’è il niente

 

                                            (da Pietra di labbra)

 

 

Nel tuo solco

il tempo le radici affonda.

L’aspetto, non ancora individuato,

presagisce nel brunito…

Terra, la risacca della paura.

Nel mezzo degli anni ancora,

riversi nel terriccio,

oltre la voce…

 

Le stelle marciscono. Rinsaccate.

Il tempo non arrugginisce nell’acqua

che hai appena sfiorata…

Sgusci dalla bruma,

ancora un passo…

Muta la giornata,

la parola cieca. 

Temi

i minuti feriti,

con mani ossute

solchi la terra. 

Chi ne ascolta 

lo sfriso 

al tuo contatto?

Riemerso il corpo perduto

un omero, un perone

un tarso, un metatarso…

È in superficie il tempo della certezza.

Perduto il sangue nel sogno, 

evidenziati i simboli senza nome.

Sognati,

ma non vivi.

Svegliàti altrove…

(da Vlkov Valk)