La verità del Signor Grillo sulla “magnifica progressione” darwiniana

Loredana Müller e Gilberto Isella collaborano da molto tempo. Tra le ultime collaborazioni, in ordine cronologico, il Signor grillo e l’evoluzione della specie, che i due autori – Isella per la poesia, Müller per i disegni – sono tornati, venerdì sera, a presentare alla Biblioteca cantonale di Locarno.
«Loredana Müller – ha affermato Gianfranco Ragno nell’introdurli – è un po’ l’antitesi, per usare un’immagine dalla fortuna anche letteraria, di un “reclamante”: vede nel mondo un luogo di possibilità da accogliere, e non solo di diritti da esercitare, con i suoi spazi indipendenti ma non elitari, inclusivi; così è riuscita a creare una realtà artistica nuova, interessante in Ticino». Il riferimento è a un valore molto importante che Müller ha scelto di porre al centro della sua produzione artistica, rientrata in Ticino nel Duemila dopo gli anni di insegnamento in Italia: il dialogo. Nel tentativo, appunto, di intessere un dialogo con il mondo artistico ticinese, Loredana Müller ha dato avvio a diverse iniziative sotto il nome di “Pangeart”: una Galleria, a Bellinzona, nel 2002; una Scuola di Arti applicate, a Camorino, nel 2006; le Edizioni “Pangeart”, nel 2006. Fino al 2015, quando nasce il Centro culturale “Areapangeart”, spazio di confronto sull’arte, con esposizioni internazionali, incontri di poesia, musica, letteratura e cinema.

Titolo: La verità del Signor Grillo sulla “magnifica progressione” darwiniana

Loredana Müller e Gilberto Isella collaborano da molto tempo. Tra le ultime collaborazioni, in ordine cronologico, il “Signor grillo e l’evoluzione della specie”, che i due autori – Isella per la poesia, Müller per i disegni – sono tornati, venerdì sera, a presentare alla Biblioteca cantonale di Locarno. «Loredana Müller – ha affermato Gianfranco Ragno nell’introdurli – è un po’ l’antitesi, per usare un’immagine dalla fortuna anche letteraria, di un “reclamante”: vede nel mondo un luogo di possibilità da accogliere, e non solo di diritti da esercitare, con i suoi spazi indipendenti ma non elitari, inclusivi; così è riuscita a creare una realtà artistica nuova, interessante in Ticino». Il riferimento è a un valore molto importante che Müller ha scelto di porre al centro della sua produzione artistica, rientrata in Ticino nel Duemila dopo gli anni di insegnamento in Italia: il dialogo. Nel tentativo, appunto, di intessere un dialogo con il mondo artistico ticinese, Loredana Müller ha dato avvio a diverse iniziative sotto il nome di “Pangeart”: una Galleria, a Bellinzona, nel 2002; una Scuola di Arti applicate, a Camorino, nel 2006; le Edizioni “Pangeart”, nel 2006. Fino al 2015, quando nasce il Centro culturale “Areapangeart”, spazio di confronto sull’arte, con esposizioni internazionali, incontri di poesia, musica, letteratura e cinema.

Da questo piccolo “laboratorio” nasce anche il “Signor Grillo”, frutto di una “visione aperta della comunicazione”: «È la dimensione sperimentale, articolata e colma di varianti, che mi avvicina a Gilberto, seppur i linguaggi siano diversi, le arti visive da una parte e la parola-voce dall’altra; linguaggi che spesso convergono nell’insieme e che piace ad entrambi chiamare appunto libro libero, con all’interno degli originali».

17 rappresentazioni in tutto (ma, ci rivela, al termine della presentazione, avrebbero potuto essere almeno cinquanta), che rappresentano lui, il protagonista indiscusso di queste poesie di Isella: il grillo. Ma come si è arrivati a voler fare dell’esile animale il protagonista unico, prima di una serie cospicua di incisioni e, poi, di un’intera raccolta poetica? «Il Signor Grillo nasce nel 2018, parte da incontri che spesso avvengono tra l’orto e la strada, il bosco e lo studio, ma rievocano un tassello che sembrava mancasse, e a cui anche Gilberto anelava. Una notte insonne, osservando da vicino un grillo mummificato raccolto nell’orto e illuminandolo di volta in volta di una luce diversa – pensavo a Rembrandt, alle sue figure semplici – ho colto la possibilità di umanizzarlo: gambe, braccia, ventre, testa…A volte, minuti disegni in grafite subito approdano al metallo: nacque, quasi spontaneamente, un’incisione. Mi si aprì così una dimensione nuova, quella del simbolo, in parte letterario e storico, ironico più che fiabesco, del grillo. A ogni grillo che incidevo, vedevo materializzarsi figure nuove: una contadina, una regina, una geisha, un cardinale. Capii che poteva nascere un libro», spiega Müller.

Il riferimento è ai “molti” grilli della letteratura: «La parola “grillo” riecheggia quella di “grido”. Come nel Grillo parlante, piccolo, nero, fastidioso o la cornacchia di Pasolini, il corvo di Poe, i grilli di Bosch, tra il demoniaco e l’angelo decaduto. È una presenza che spesso attribuiamo al male. Ma il grillo è anche ciò che permette l’individuazione. Non solo l’elemento luminoso, come nelle mie incisioni, ma addirittura il numinoso: il simbolo dell’attraversamento di sé, che abbiamo fin troppo razionalizzato».

A questo “simbolo” Isella dà un “suo” significato proprio a partire dal modo di lavorare della Müller: «Parto da una cosa semplicissima. Dalla memoria di quei giorni, quando vidi le lastre. Davanti alle varie incisioni, sempre con il signor grillo come soggetto, mi confrontai con una Loredana “a scatti”, per così dire, che pur lasciava intuire un corpo unitario. Mi sono venuti in mente gli oggetti frattali, in matematica: i frattali senza cambiare la propria forma si ripetono su scale diverse. Fino al delinearsi di un’idea precisa: perché non fare diventare di questi tanti grilli un simbolo del tempo o, meglio ancora, dell’evoluzione? Mi sembrava, infatti, di vedere in questa forma affusolata una lancetta che scandiva il tempo. E mentre di solito sentiamo il ticchettio dell’orologio, lo squillo di un pendolo, qui si sentono i click delle varie lastre che, come fotogrammi, scorrono. L’evoluzione che mi immaginavo dovesse rappresentare il grillo, non era lineare, ma segnata da cesure, cadute….il vero senso dell’evoluzione, per l’appunto, che è quello, più che altro, di essere un’involuzione. Pensavo a queste “magnifiche sorti” cui Darwin aveva relegato l’evoluzionismo, come se effettivamente nella teoria evoluzionistica ci fosse il passaggio dal male al bene, dall’ignoranza alla consapevolezza. Ho capito che il grillo, misuratore del tempo, poteva invece diventa il burlone carnevalesco, capace di mettere in discussione questa “magnifica progressione”, in fin dei conti frutto di una lettura sbagliata delle cose».

Niente di ideologico: solo l’ambizione di descrivere lo stato reale delle cose: «In realtà, non si evolve sempre e solo verso il meglio: accadono anche delle catastrofi. Il grillo è colui che, tenendo conto di questo, crea disordine nell’ordine, è l’elemento in grado di tematizzare la crisi, regalandoci così un po’ di saggezza, oltre che un po’ di realismo: siamo sul baratro, come l’Ulisse dantesco. In due parole: il grillo è il segnalatore che qualcosa non va, che ogni tanto c’è la disperazione, c’è orrore, la caduta, contro qualsiasi tipo di positivismo rasserenante: l’elemento mostruoso. Questo, è diventato il grillo nelle mie poesie».

Un anti-darwinismo velato che culmina nel mistero: «Ogni volta – spiega Müller – che tentiamo un’espressione, questa è un’evocazione profonda del sé che sta in noi. E lì dentro c’è sempre un mistero, che sospende la linea retta. In questo caso, sono più le domande che le risposte. È più quello che non percepisco che il percepito. Di mezzo c’è quello che provo a dire». «Penso – conclude Isella, sottolineando questa dimensione – che l’arte non ha bisogno di spiegazioni, rispetto alla filosofia, che si interroga costantemente. Chi sa che c’è l’uno e il molteplice sa che è qualcosa che va al di là della linearità … è il mistero. La mia poetica, è vero, è venata di dolore cosmico, che non è però né pessimismo né ottimismo, ma costatazione di come l’asse che sembrava unire Cielo e terra oggi trema alquanto. E la responsabilità è nostra».

 

Laura Quadri