PREMESSA -VOCE AGLI ARTISTI - 

ENRICO DELLA TORRE

GIULIA NAPOLEONE

PAOLO BLENDINGER

PAOLA FONTICOLI

LOREDANA MÜLLER

BEATRICE LANCINI BALBI

LAURA FUMAGALLI

GIULIA NAPOLEONE

LOREDANA MÜLLER       PAOLO  BLENDINGER          PAOLA FONTICOLI         LAURA  FUMAGALLI                            

GAIA FERRINI                 PAOLO BLENDINGER     PAOLA FONTICOLI       BEATRICE LENCINI BALBI

 

 

PREMESSA SERATA

 

 Ringrazio per la vostra partecipazione, e con Gaia Ferrini al mio fianco, abbiamo pensato di generare una riflessione iniziale, molto in sintesi, ma che possa dare in grandi linee, l'intento di una serata dove appunto si parla di voce agli artisti.

Entrambe le parole assai significanti, ed è da questa ambiguità che vorrei partire. Pensando all'ultima serata dove erano i Taccuini, la conferenza di Gilberto Isella, sugli appunti tra Giacometti, Klee, e Della Torre. Traccianti in grandi linee la necessità di scrittura, schizzi, appunti, asserzioni da parte degli artisti, un poco letti e confrontati, che possano aprirci  a questa serata una visione come continua domanda attorno alla poetica di ognuno, a quella sua cifra, o voce appunto. Tra materia e spirito, forse materia del tempo creativo.

 

Desueto oggi parlare di omaggio, ma credo che la storia dell'arte, vincolata ma non sempre dalla storia, orribile in questo momento; comunque riporti quel disagio esistenziale, o tensione o ricerca di armonia, insomma quella lotta tra se e se, che poi sarà pure una passeggiata, comunque sia è tensione, tempo, spazio, visione, attuazione. È un essere e stare e fare  per darne traccia, e se quella traccia è per i posteri o per noi medesimi per sentirci vivi ed esistenti, o ancora essere riflettenti, o esseri denuncianti, o esseri ricercatori di energie, di equilibri...O forse solo per aiutarci e salvarci...ebbene è qui che vorrei portare in parte le nostre domande.

 

Gaia Ferrini ha preparato per ognuno di noi una semplice pagina con due o più opere, da proiettare im modo fisso. Abbiamo deciso di partire con Enrico Della Torre e Giulia Napoleone, dando un ordine "esperienziale" per non dire legato all'anagrafe.

Ancora ...

poi mi taccio, per poter essere corretti mantenendo un tempo tra i 12-15 minuti massimo, in modo che tutte i cinque artisti presenti potranno dire la loro; ed esserci spazio per alcune riflessioni o domande da parte delle altre persone presenti.

 

Una premessa per Enrico e Giulia, grandi amici e Giulia queste testuali parole mi ha detto di riportarvi: -Per me eseguire quei tre fogli per Enrico ha avuto un senso profondo di vicinanza a un amico fraterno con cui ho avuto affinità di pensiero, di vita, di lavoro e grazie anche ad areapangeart. Giulia" Cioè a tutti noi.

 

Come sapete a Bellinzona hanno avuto un esposizione al Museo cittadino di Villa Dei Cedri nel 2001, un importante donazione-acquisizione e esposizione di opere di entrambi, e quel dialogo sui tre piani che comprendeva, carte, grandi carte, acquarelli, collage, incisioni ed olii, certo libri d'artista.

 

Qui e poi termino due stralci delle allora presentazioni e testi in catalogo per entrambi:

 

Un frammento di testo su Enrico Della Torre di Luigi Cavallo

" Un versante dell'arte italiana intinge i propri stimoli nel filone che va da Medardo Rosso a Licini, dai nuclei astratti di Balla alla timbrica di Soldati e Reggiani, e alle lamelle sonanti di Melotti. In tale abbrivio c'è modo di apprezzare il percorso formale, informale, astratto di Della Torre. Potremmo avere una mappa delle intenzioni e intuizioni creative di Della Torre, citando titoli che negli anni ha dato alle sue opere : Alba, Universo, fluviale, Onda, Animale, Volo, Uccello, Nido, Farfalla, Crisalide, e quindi Metamorfosi, Germogli, Foglie, Frutti, Giardino, Padule, Ritmi padani...Oltre il fascino degli elenchi l'artista concede il fascino delle collimanze. Cerca il bandolo della sua figurazione come in un reticolo di suoni, tentando quel poco di legame che puo rendere visibile e fisico un complesso impalpabile di sensazioni...l'architettura sensibile e compositiva predilige il vuoto atmosferico e il pieno terrestre suggerito dalla Natura." ...

 

e ora di Maria Will che scrive per Giulia, quasi come incipit iniziale:

"Strane, singolarmente straniere al comune sentire, le immagini di Giulia Napoleone. Astrazione? Naturalismo poetico e sentimentalismo? Trovare una congrua compagnia per questa ricerca, tenacemente di segno personale, nel panorama noto dell'arte contemporanea ( ammesso che trovarne una sia, non mai necessario ma di conforto a qualche schema di analisi) è operazione vana e forse impossibile. In contraddizione con ciò che appare ad una prima lettura, l'astrazione nelle opere di Giulia Napoleone non riguarda le intenzioni formali, ma è una qualità che si applica alla dimensione temporale in cui esse si collocano, in realtà di valore atemporale. Così come astratta, in quanto altra, cioè senza corrispondenza con l'esperienza quotidiana, si rivela la dimensione spaziale che si estende sui fogli, dipinti, disegnati, e percorsi con millimetrica precisione dall'artista romana"...

 

Solo due estratti, che un poco rincorrono ciò che abbiamo sentito all'inaugurazione, se pensiamo al momento di riflessione sulla terra...

E quella estrema e chiara differenza, che ci farà chiamare stranieri gli uni agli altri, ma forse anche no...tornando alla Geo-metria Euclidea, oppure a quella Misura che credo auspichiamo per la nostra terra mondo, se ognuno iniziasse da se stesso...

 

 

La parola a Gaia e ringrazio Loredana

PAOLO BLENDINGER

Serata del 13 febbraio – Gli artisti si raccontano, spunti per domande Gaia Ferrini

 

Il lavoro di Paolo Blendinger nasce da un’esigenza quotidiana di confronto col materiale, la carta – spesso recuperata, di riciclo –. L’azione del ritaglio e dell’incollaggio, per quanto semplice in apparenza, sottende in realtà molteplici attenzioni compositive e formali, un processo che scandisce il tempo e che da esso deriva, trovando nel dettaglio e nell’imperfezione – come i bordi non perfettamente in squadra – il suo interesse massimo. Le forme, come archetipi di linguaggio, si compongono e nascono dal materiale stesso, dagli scarti che, in quanto tali, suggeriscono in parte gli andamenti. 

PAOLA FONTICOLI

Paola Fonticoli il collage è un elemento misurato, perfettamente calibrato e inserito all’interno di un contesto preciso; l’interesse per le qualità della superficie è evidente tanto nei suoi lavori odierni quanto nelle prime sperimentazioni con la creta su una base di legno recuperato. Il lavoro di Paola Fonticoli è una continua evoluzione nei materiali e nelle tecniche, una sperimentazione che approfondisce il materiale fino a quando non ha dato tutto, per poi passare al successivo e, ciclicamente, ritornarci. Un’operazione che predilige il vuoto, più che il pieno, il levare più che il mettere.

LOREDANA MÜLLER

Loredana Müller, legata saldamente al lavoro di Enrico della Torre per l’interesse verso i fenomeni naturali – che si rispecchia nei rispettivi titoli – nei materiali terrestri trova la sua fonte, oltre che d’ispirazione, anche della materia dei suoi lavori. Un’affinità negli andamenti di Fiume con le tracce ondulate di Enrico è visibile nel confronto a schermo. Importante sottolineare anche la vicinanza dei due artisti all’operato di Paul Klee, fonte d’ispirazione per entrambi. La tridimensionalità delle opere di Loredana emerge in questa mostra anche nella scelta dei formati – i tondi piegati in modo da emergere dalla superficie – e Strada Lastricata appesa, mobile, tessere-tasselli di un mosaico colorato e leggero. 

BEATRICE LANCINI BALBI

Le opere a tecnica mista d Beatrice Lancini Balbi sottolineano con minuzia la versatilità dei petali e delle foglie, materiali dei suoi collage. Un lavoro finissimo di ritaglio e incollaggio, previa essiccazione, che rende questi elementi tasselli geometrici, intrusioni accanto ad altre tecniche dei suoi lavori. Le forme geometriche perfette si distaccano da quelle degli artisti presentati fin qui, in rimando alla sua formazione in ambito grafico.

LAURA FUMAGALLI

Laura Fumagalli, tramite l’uso di una sofisticata maniera nera cucita su carta stampata, fa emergere tutta la versatilità compositiva di elementi primari, modulari, ripetibili ma componibili in infinite variazioni – alcuni dei quali in sezione aurea tra loro. La sua serie di sette opere procede progressivamente verso la saturazione della superficie, e nel ritmo della composizione così come nella forza del contrasto tra il bianco e il nero ritroviamo un’analogia con le opere di Enrico della Torre.

FOTOGRAFIE DI ALESSANDRO MARGNETTI

alcuni scatti di Lorena Branca

 

 ringrazio entrambi. Lore