La quinta serata in programma si è svolta in omaggio a Guido Strazza ad areapangeart. Ringrazio Werner Weick e tutti coloro che sono arrivati. Sempre sottigliezze si svelano, tramite i documentari di Werner;

 

Apocalisse 2, "Tramonto ad Oriente"

quante "connessioni" tra l'assurdità di un oggi e la necessità di essere. Dall' India al Tibet l'esistere é come tracciare archi di vita consapevoli della fragilità, e comunque dell'essere lievi come ali.

Segno nasconde segno, segno rivela un se' una luce che è lì e vuole riconoscersi,

si prega, l'atto di preghiera è anche per accettare il se' e l'altro da sé.

In ogni luogo del mondo, per amare e lottare e nel nostro caso segnare.

 

APOCALISSE Il termine apocalisse deriva dal greco ἀποκάλυψις (apokálypsis), composto di ἀπό apó ("da", usato come prefissoide anche in apostrofo, apogeo, apostasia) e καλύπτω kalýptō ("nascondo", come in Calipso), significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o disvelamento

 

 

 

significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o disvelamento.

 

Riflessioni e testi  tratti da S. Marchignoli e F. Basso attorno testi di Carl Gustav Jung 

 

 

 

Sono venuti alla luce paralleli importanti tra lo yoga e la psicologia, specialmente per quanto riguarda il kuṇḍalin-yoga e il simbolismo dello yoga tantrico, il lamaismo e lo yoga taoista e indiano.

Queste forme di yoga forniscono, con il loro ricco simbolismo, un materiale comparativo inestimabile per l’interpretazione dell’inconscio collettivo. ”

 

 

 

Da queste affermazioni  Jung intende lo sviluppo di una psicologia comparata e interculturale dell’esperienza interiore.

 

 

 

La creazione stessa di una cultura, religione o punto di vista filosofico, portandoci al di là di noi stessi, ci permette di cogliere l’aspetto sūkṣma, della nostra esistenza. Come in Occidente il pensiero platonico ci ha aiutati a comprendere che le cose hanno una forma esterna (aspetto sthūla) e un’idea interna (aspetto sūkṣma ), così per l’Oriente i cakra hanno avuto una funzione simile. Possiamo considerare la localizzare l'azione corporea dei cakra l’aspetto sthūla, mentre il sistema di fisiologia sottile e quindi non visibile, il suo aspetto sūkṣma .

 

 

Secondo Jung l’occidentale non ascende ma scende nell’inconscio, si parla quindi di una

katabasis, momento di cui abbiamo testimonianza nei culti misterici che avvenivano nel sottosuolo, nelle cripte delle antiche chiese cristiane. Quindi, mentre il pensiero dell’ “indù” comincia con il brahman, il nostro comincerebbe con l’Io conscio e così la stessa nostra cultura, nonostante le sue vette, starebbe in mūlādhāra : lo stato dove il Sé dorme e l’Io, identificato con la coscienza, è inconsapevolmente ancora intrappolato nel mondo degli istinti. Si tratta di una condizione in cui l’uomo sembra essere l’unica forza attiva e gli dèi, ovvero le forze impersonali e non egoiche, non agiscono.

 

Questa possibilità esprime una forma di auto-conoscenza che ha raggiunto

 

il livello più impersonale e disinteressato del Sé e non è più legata ai bisogni egoistici dell’Io.

 

Viśuddha, infatti, significa proprio ciò che ho detto: il pieno riconoscimento che le essenze o sostanze psichiche sono le essenze fondamentali del mondo, e non in virtù di una speculazione, ma di una realtà, e precisamente come esperienza.”

 

 

 

 

In Commento psicologico al ‘Libro tibetano della grande liberazione’ Jung afferma

 

l’impossibilità da parte della coscienza di aderire completamente all’oggetto:

 

Deve sempre rimanere qualcuno o qualche cosa che la sperimenti" e dica:

 " So il divenire uno; so che non esistono differenziazioni ".

 

Il mandala come archetipo della totalità Nozione chiave del pensiero di Jung è quello di

 

completezza ” riferita alla psiche che viene considerata in modo olistico come un tutto indivisibile.

 

La meta dell’attività umana è proprio quella di raggiungere questa completezza che sta nella piena realizzazione della personalità. Il mandala tantrico viene in questo senso interpretato come simbolo della compiutezza psichica e della naturale propensione della psiche a integrare e armonizzare i suoi differenti aspetti. La tendenza olistica delle filosofie orientali attirava Jung, che sentiva la necessità di risolvere quella dicotomia tra mondo materiale e mondo spirituale che assume storicamente forma emblematica con la distinzione cartesiana tra materia e spirito. Lo stesso cristianesimo aveva favorito una prospettiva dualistica, con l’idea di un Dio totalmente altro rispetto all’uomo che invece viene destinato all’alienazione dalla divinità.