COMUNICATO STAMPA

 

MARMOREE MEMORIE

 

areapangeart di Camorino inaugura alle ore 19  il 21 settembre fino il 14 dicembre 

 

presenta Natascha Fioretti

 

 "Stratificazione del tempo tra scultura e incisione"

 

Anne-France Aguet , Loredana Müller, Catherine Rovelli

 

Marmi d'Arzo, marmi di Carrara, Bardiglio, marmi Imperiali.

 

Il marmo si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie quali il calcare e la dolomia generando delle complete ricristallizzazioni del carbonato di calcio... e a questo punto penso alle nostre ossa...Tre artiste hanno voluto affrontare un tema come quello della pietra, intesa come cristallizzazione e stratificazione del tempo. Gli intenti delle azioni, quali il limare e lo scolpire, si evidenziano tra il segnare e il tracciare per dare forma e volume, consistenza e trasparenza come memoria del processo temporale. Si tratta di sculture in marmo per Anne-France Aguet già nota in areapangeart per quel suo distillare e far divenire la pietra quasi stoffa nei moti tondeggianti eppure morbidamente colmi di pieghe del tempo presenti nei marmi dai bianchi cangianti percorsi anche da cromie inaspettate rintracciati lungo i fiumi o nelle cave. L'amica Catherine Rovelli è anche lei un’ adepta della pietra, entrambe attive alla Cava di Arzo, l'una architetto con predilezione per il fluido astratto, l'altra con una vena figurativa, ma che in areapangeart presenta opere dove infrange il suo racconto consolidando una dimensione lirica astratta a sua volta tra venature della pietra e forma accolta da una specie di richiamo interiore. Entrambe hanno eletto il marmo, ma non rinunciano al fascino di altre pietre. Una trilogia ad areapangeart di Camorino, piccolo centro culturale, che ha a cuore le arti visive e che raggiunge con questa esposizione il suo quinto anno, in quanto si apriva nel lontano 2015 con un esposizione settembrina anche allora, tra Aguet e Müller. Ancora le due protagoniste, affiancate in un ramo nuovo ma in affinità, perché la filosofia di areapangeart consiste nel disserrare e dare voce ad artisti con un solido percorso personale e umano, unito alla qualità del proprio operato. I marmi sono quelli delle Alpi Apuane e i così detti Marmi colorati delle Cave di Arzo, con cromie spesso sul rosso, pur se abbiamo degli esempi che paiono quasi alabastri grigi. Si tratta di una ricchezza riconosciuta dal XVII al XVIII secolo che donava grande popolarità ai marmi del Ticino fino all'Italia settentrionale. Per giungere ad un marmo antico di Carrara abbiamo l’esempio di una scultura possiamo dire storica per Rovelli, dove si può cogliere una vicinanza allo scultore Genucchi (più che ad Arp dove la vicinanza è piuttosto con Aguet). Con questo ultima opera di Rovelli, descritta simbolicamente termina il percorso in sede espositiva. L'allestimento, ricco di presenze, ma sobrio e in definitiva non privo di una sua leggerezza, si svolge lungo dieci stazioni, dove le tre artiste dialogano e si confrontano. A parete l'incisione calcografica particolare di Loredana Müller, generata da taglio di lastre e un rincorrersi di 3-4 lastre sempre con colori d'ossidi/inchiostri diversi. Si tratta di un lavoro di stratificazione sulla carta con più passaggi e colori a torchio. Ogni volta in genesi formale, sembrano radiografie delle "fibre" o stratificazioni dei minerali.La Müller si confronta e dialoga, sostanziando reciprocamente immagini e volumi, che hanno corpo e presenza ma anche mistero celando parzialmente il loro interno. Le due scultrici espongono intenzionalmente alcuni marmi che hanno un disegno e una presenza che possiamo intuire fino a raggiungere il centro della pietra, marmi d'Arzo soprattutto noti per quel rincorrersi di infiltrazioni che ne caratterizzano valore e difficoltà di lavoro. Tale materiale era usato per l'edilizia e gli altari, per scale importanti e cornici di camini. Scolpire la pietra d'Arzo offre una continua sfida, perché tali infiltrazioni possono anche opporre minor resistenza e far spaccare l'insieme, l'intero. Un’ esposizione che va ascoltata e sentita perché parla di elementi e di tempo, di lavoro e di storia del territorio, di visione e di piccole alchimie e misteri che ogni pietra cela facendo di se stessa un'unicità. Come sempre nel suo intendimento, areapangeart organizza nuovamente un programma in sei serate a prenotazione per garantire la sicurezza della buona fruizione nella saletta incontri e questo ridurrà un poco il numero degli ospiti. Un Concerto, presentazione di tre edizioni presenti in mostra con la partecipazione dei poeti, un progetto editoriale che ha un nome che sembra sposarsi perfettamente all'esposizione, KÄRÄJÄKIVET, letteralmente "cerchio di pietre", un’ originale ricerca sul territorio, mondo di particole misteriose tra pietre e tracce senza tempo. In sala sentirete suonare una coppia di musicisti già noti in areapangeart, Burgos e Buschini , e sono previste due serate denominate acquapoetica, dove il dialogo ferrato e significativo sarà moderato da Gilberto Isella. Verranno coinvolti anche Sergio Roic e Stefano Iori da Mantova, oltre ad un editore, Sergio Pandolfini del Bulino di Roma che con Domenico Vuoto poeta in prosa saranno presenti e ci parleranno di un testo e di una doppia edizione nata perché sognata. Presenterà la serata in apertura Natascha Fioretti, nota giornalista con un curriculum letterario, e avremo anche e non potremmo non condividerlo un momento di raccoglimento per l'amico editore e artigiano d'arte Josef Weiss, persona cara ad areapangeart. Luisa Castellani voce soprano di gran spessore, intonerà un canto per lui da un testo di Paul-Jean Toulet messo in musica da Camillo Togni compositore italiano del 900 assai noto : " Les feuilles améres", che con un gioco di parole traduco " I fogli da amare" di Josef e "Le foglie amare "del tempo.

 

L. Müller

 

Note su Anne-France Aguet

 

è architetto diplomata presso la Facoltà di Architettura del Politecnico Federale di Losanna (CH) dal 1989. Durante lo studio, ha svolto un anno di stage pratico presso gli studi di architettura di Odile Decq a Parigi

e di Rodolphe Lüscher a Losanna.

 

Dopo il diploma, segue una formazione postgrade sui paesi in sviluppo in Senegal, proposta dal dipartimento di Genio Rurale dai Politecnici di Thiès (Senegal) e di Losanna (CH). Dal 1990 al 1991 collabora con due studi di Losanna (G.Meylan e B18) partecipa a diversi concorsi di Architettura.

 

Dal 1991 al 1996 lavora come collaboratrice presso lo studio di Luigi Snozzi a Locarno principalmente sul progetto di un ospedale e per l’ allestimento della mostra sulla carriera di Luigi Snozzi alla Biennale di Venezia (I). Dal 1998, inizia la sua attività come libera professionista nel proprio studio a Mendrisio, progettando nuove abitazioni e ristrutturazioni su esistente.

 

Dal 2007 al 2009 è stata architetto responsabile delle costruzioni per l’associazione Mendrisio 09 (Campionati del Mondo di Ciclismo su Strada 2009). Nel 2010 si laurea alla SUPSI di Lugano con un CAS of Real Estate Valutation.

 

Dal 2010 al 2014 ha collaborato con la Città di Mendrisio progettando la trasformazione di un centro commerciale in un centro culturale, la trasformazione e l’ampliamento di una scuola e di una palestra. 

 

Ad oggi svolge la propria attività nel proprio studio a Mendrisio.

Nella scultura: dal 2005 è attiva nella scultura in marmo al laboratorio delle cave di Arzo e a Carrara. Ha frequentato diversi corsi di scultura in marmo principalmente con i professori Giorgio Eros Morandini ad Arzo e Usama Alnassar a Carrara. Ha partecipato ad esposizioni e momenti collettivi di scultura nel Mendrisiotto e nel centro Areapangeart di Camorino nel 2015 e 2018.

 

 

Note di Catherine Rovelli

 

"All’età di 15 anni, durante un soggiorno presso una famiglia amante dell’arte contemporanea rimasi folgorata da un’opera di Josef Albers, appesa in corridoio. Non c’era giorno che non mi soffermassi ad ammirarla, quella semplicità vibrante, quella perfezione imperfetta mi seduceva. Poi non ci pensai più e la mia vita continuò il suo percorso. Il lavoro come script presso la RTSI che occupò dieci anni della mia vita, ebbe sicuramente un’impronta determinante nel mio percorso di educazione all’immagine. Mi rimase il piacere di frequentare gallerie d’arte, mostre di arte e solo più tardi scoprii il piacere di dipingere e più tardi ancora di scolpire. Questa è la vera attività che mi coinvolge in maniera totale, con tutto il mio essere”.            

 “Ogni giorno, con infinita pazienza” di Miriana Ronchetti
 
Da queste poche ma intense lettere possiamo delineare la sua caratteristica: quella di una donna- artista che vuole, con forza e tenacia, dare espressione e significato a ciò che sta dietro alla forma, alle radici, oltre l’apparenza. In fondo non dovrebbe interessare così tanto quando e dove e cosa gira nella vita di chi affida il proprio sentire all’arte. Ogni giorno con infinita pazienza, nel dinamismo di quella trasformazione interiore che spinge ad utilizzare gli ostacoli per aprire le porte dell’intelligenza creativa con grande attenzione, con la meta sempre più chiara nel cuore, indossando ali di libertà, accettando i propri limiti ma, con amore e dedizione, con passione, soprattutto con fatica, sempre alla ricerca di un’opera da far vivere, un’opera che abbia un’anima. Forse, è stata talmente affascinata dall’arte del pittore tedesco Joseph Albers, che da lui ne ha assorbito la filosofia e i motti dell’insegnamento, quelli che erano le sue linee guida “pensare in situazione”,” importante è aprire gli occhi”. Pare che Catherine voglia indagare su come la percezione della sua scultura sia influenzata dalla quantità, dalla forma, dalla materia, dalla luce, dalla distanza, dal volume e dall’interazione con l’ambiente fisico e sociale.  E’ facile capire come le sue opere si basano sulla ricerca della proporzione, della misura e della distribuzione spaziale, delle illusioni ottiche. Procurano piacere nell’osservare quelle rotondità così armoniche, vibranti, luminose, la cui bellezza irradia verso l’esterno come se l’opera possedesse una sua vita interna. Penso che mentre lei scolpisce le sue opere, le sue opere col tempo scolpiranno lei, dandole quella forma che lei stessa non conosce ancora, che non sa di avere: uno scambio, quindi, d’amore e di riconoscenza fra lei e la scultura.

Il suo luogo libero e felice.                                                                                                                         

 

NOTE LOREDANA MÜLLER

 

Loredana Müller Donadini è nata a Mendrisio nel 1964. Studia Grafica e Arti applicate allo CSIA di Lugano, allieva di Massimo Cavalli e Max Huber. Si licenzia di seguito in pittura nel 1988 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (cattedra di Enzo Brunori) con la tesi di Storia dell’arte Movimento vita colore: Paul Klee e Morandi. Un secolo tra arte e scienza.

A Roma fonda una scuola di Arti applicate e l’Associazione artistico-culturale L.I.A. Espone frequentemente in Italia, in Francia, in Svezia, in Romania e in Svizzera, sia in personali sia in collettive. Rientra in Ticino nel 2000. Tra il 2002 e il 2006 apre la Galleria Pangeart a Bellinzona. Cura le cartelle calcografiche Omaggi e confronti. Avvia nel 2006 la Scuola Pangeart di Arti applicate a Camorino. Con l’editore Salvioni nascono tre  libretti per la collana ‘Poesia’: Preludio e corrente per Antoni e Mobilune  con testi di Gilberto Isella. Po-etica con testi di Gabriele Simongini.  Con l’editore Josef Weiss di Mendrisio molte le collaborazioni attorno a libri d’artista. Dal 2010 al 2015 hanno luogo numerose esposizioni di pittura e d’incisione calcografica. A partire dal 2015 apre col compagno Gabriele Donadini il Centro culturale Areapangeart, in cui si tengono esposizioni internazionali e incontri di poesia, letteratura, musica e cinema.