3 aprile                                 Masaru Emoto “cristalli d'acqua“ 

                                                       e Mandala      (  foto tratte M.Emoto e il libro rosso di  Jung )                                                                    

                                                       musica dal vivo Peter Zemp e Santo Sgrò                                       

                                                       presentazione edizioni, n° 49 del DIVAN

 

                                              edizioni Josef Weiss 

                                              SAN GOTTARDO ( foto tratte da W.Herman e Zirpoli )

 

                                              testo Divan Pietro Montorfani

                                                 pagina incisa Loredana Müller

                                                foto della serata Flavia Tamò

 

Un caro saluto a tutti i presenti, siamo all'ultimo lunedì per questa esposizione Primae adumbrate, Prime ombre, dove in dialogo stanno le porcellane di Michela Torricelli e le pagine incise della sottoscritta. Tra appunti dalla Groenlandia e pagine attorno alle stagioni e piccoli arbusti a Km 0. Questa sera partendo da microfotografie, sfioriamo nuovamente il tema dell'acqua, come linfa e geometrie evocate, sono fonte d'ogni nostro stare, fare. Parrebbero rotazioni di volumi riecheggiati dalle sculture in porcellana di Michela Torricelli. Oppure Sezioni possibili dei miei racemi. La passeggiata di questa sera ci porterà ancora altrove. Abbiamo in sala due musicisti Peter Zemp e Santo Sgrò che sostanzieranno le nostre proiezioni unendosi con musica improvvisata , tra pianoforte, piccola tastiera e percussioni. Masaru Emoto, era un ricercatore Giapponese venuto a mancare nel 2014, ha reso visibile strutture d'energia fotografando reazioni tra ascolto- colto-eco; congelando cristalli d'acqua, forme memoriali che si producono appunto per stimoli generati da vibrazioni. Determinando complesse geometrie più o meno armoniche certo composite, cristalli assomiglianti a quelli della neve ma dalle incredibili varianti dettate da incipit diversi positivi o negativi. Una visione che potrebbe valere per ogni essenza attraversata data la presenza sempre altissima di acqua. Non vogliamo illudere intese, perchè entreremo appena nell'argomento, l'intenzione è stabilire un passaggio di natura poetica ed evocativa altrettanto profonda a ciò che sul finire ogni gesto umano può generare. E gesto in questa accezzione sta per gestazione. La serata prevede che i cristalli scivolino nei Mandála, estratti dal Libro rosso di Jung, volutamente toccati come piccole messe a fuoco tra azione, centro e posizionamento di un ordine possibile attorno al processo dell' avviare atto creativo. Certo per centro, rispettando Jung si intende una particolare mappatura che tiene in considerazione l'inconscio personale e quello collettivo, se quello personale abbraccia complessità a tonalità affettive, il contenuto dell'inconscio collettivo è formato da influssi archetìpici. Questo per arrivare all'universalità, l'impersonalità, l'ereditarietà, e qui i valori delle figure dei cristalli e quelli dei mandala in-formano e qualificano un ordine possibile. Dove spinte e protezione divengono atti d'ogni trasformazione e quindi visione . Partendo dal quadrato che simboleggia la terra, il suo estendersi diviene forma più complessa richiede continua visione, genesi d'ogni appartenenza. L'essere è il cerchio, stato di coscenza nel riconoscere per ri-nascere perseguendo viaggio dall'interno forme che rivelano tensioni inerenti lo spazio e il tempo.

 

 

 

 

 

La serata prevede accarezzando questa dimensione, un capovolgimento che spesso l'esterno dettato dall'umano sentire, dove la terra è luogo di pretesa e speculazione, di spostamento e velocità, mettendo un accento come certe grandi opere della nostra storia, spesso nascondono tante persone che per generarle hanno patito e subito. Un rovesciamento di sensi e valori. Ma la gravità sta anche nella principio di gravidanza, ogni nascita non può sottrarsi, la danza dei gravi sembra essere spesso rimpostata per conquistare territori o occasioni di potere. Qui toccheremo la nascita di una preziosa collana a leporello dove al centro sta un testo poetico di Pietro Montorfani, l'editore Josef Weiss di Mendrisio e il poeta sono presenti , Weiss ha chiamato questa collana DIVAN partendo da Goethe, in questo caso unita al testo sta, una mia incisione calcografica ad acquatinta e sali. L'esile e curato piccolo libro, rivendica l'editore; crea ponte, tra oriente e occidente, e la mia pagina un tentativo di affondo. Lì dove il respiro ci appartiene se raggiunge tramite pensiero e passi/passione, una vetta o un massiccio o ghiacciaio che sia... superi una soglia, include una profondità, nel riconoscere il tempo, tempio, inscindibile al corpo come spirito assunto... tradotto in un immagine che parla della caverna e delle nubi più alte. Ma saranno le parole di Pietro Montorfani a non sottrarci dalla responsabilità che da caverna diviene galleria-passaggio, e ricoinvolge temi, luci e visioni, forse proiezioni a discapito di territorio e genti...Due serie di proiezioni, musicate dal vivo e ritmo dettato da suoni e immagini, cristalli dell' acqua e mandàla, a seguire un intervento dell'editore e del poeta, una breve seconda proiezione denominata come il Divan San Gottardo, e a termine la lettura delle due poesie, come nuova apertura tra cultura , memoria e natura L.M.