5 marzo    conferenza   

 

   “L'umano, in armonia con terra e cosmo“  intervento di Manolo Piazza   

                                                                            

 

Un caro saluto a tutti i presenti, questa sera, abbiamo il piacere qui ad areapangeart, di ospitare Manolo Piazza, per un intervento, in forma di dialogo e di apertura fra i diversi terrirtori del conoscere. Prenderà parola fra un momento e proietterà immagini sul territorio come luogo anche da leggere...intendo la possibile lettura delle diverse energie che lo attraversano, dagli alberi, ai massi copellari, per esempio...Per unirmi, torno ai tre sostantivi, che ho scelto assieme a Dina Moretti, per dare il titolo all'esposizione che indirettamente andiamo a toccare e “interpretare“. “Tracce, segni, energie” è il titolo della mostra al primo piano, che ci vede protagoniste e in cui primeggia la natura come animata presenza.... Argomento esposto in apertura, e in maniera ampia, nella dimensione fenomenologica illustrata da Gilberto Isella. Tenteremo questa sera di proseguire lo sviluppo di questo tema, di rievocarne alcuni termini, dando ulteriori strumenti, letture trasversali e cercando, appunto, di mantenere contatto con l'esposizione.Il relatore di questa sera è Manolo Piazza, geobiologo ed elettrobiologo, ha un percorso di studio di cui ci parlerà, misurandosi sempre in più direzioni, anche nello sport e nella pratica dell'insegnamento. In ogni caso, sempre restando vicino alla natura, intesa come spazio, evoluzione e misura. Potenzialità umana “sincera“ in relazione appunto al territorio naturale, ai principi che tutto governano, dall'interno e dall'esterno, che determinano e definiscono il percorso o le forme. È Dina Moretti che ha portato ad areapangeart Manolo e ringrazio entrambi di essere qui, condividere questa nona pagina espositiva, unita-mente al nostro intento, quale attivo centro culturale. La sfida di questa sera è, oltre il fatto di incontrare l'attività di una persona e di un gruppo, GeoVita e Harmoniam, è tentare di tessere assieme una riflessione, che include forme diverse di sensibilità, letture, argomenti, aspettative e attese, proiezioni e sublimazioni, certamente, anche di posizionamenti, dove sono le diverse rive, o metaforicamente i “territori“, che abbracciono “cultura“ … Penso soprattutto a quanto, oggi, riaffiori la natura come natura primaria o primordiale. Ma non va dimenticato che è il linguaggio che ci sostiene e ha sostenuto ogni sapere, e ci porta ad essere esseri umani. Parlare di cultura è parlare di natura umana...natura, cultura è memoria d'appartenenza necessaria.

 

 

 

Un linguaggio non nega l'altro, ci mancherebbe, non possiamo pensare di sottrarre la sostanziale forma di “linguaggio“ quale tempo di vita; ma è certo che solo nell'uomo vi è la forma necessaria alla conoscenza. La nostra storia, tutta umana, colma di assurdità ma anche, di imprese e poesia, non ci sarebbe se non avessimo la conformazione che abbiamo. E non dimentichiamo che siamo natura e che la stessa sa essere terribile a sua volta, per difendere crescita, territorio e vita.Non mi dilungo, mi piace ricordare, che ho sottolineato a Manolo, riprendendo il diario di Carl Gustav Jung “Ricordi, Sogni,Riflessioni di C.G.Jung“ curato da Aniela Jaffé.... una riflessione del ragazzino Carl, dove stando seduto su una pietra si chiedeva se la pietra potesse sentirlo, e percepire oltre la sensibilità umana, calore, durezza, stabilità, fissità... se sentisse pensiero e oscillazione e la grande fragilità del suo essere umano, accovacciato su di essa,... la pietra...

 

 

Non sono le parole esatte, è un testo che va letto anche per la sua dimensione poetica...ebbene cito questo, perchè al di là di ogni nostro percepire, o sentire effettivo, credo che sarebbe già un gran passo per l'umano in noi, se si rendesse conto di questo apparente divario, dove animalità e vita sono imprescindibili da vegetale e minerale, e che non possiamo appellarci a quella sacralità che sarebbe dettata soltanto dal fatto che pretendiamo di poter dare risposte individuali. Forse la vita meriterebbe di tenere sempre tutto “aperto“ all'universale, ponendoci domande, ascoltando la percezione di ogni diversità... Jumg e Hilman direbbero cuore o amore, meraviglia o bellezza, nell’esprimerci come esseri simbolici.

 

Non è questo il senso dell'agire creativo? Partire dall'individuo per ritrovarsi valore collettivo?

 

Parafrasando Goethe, un’altra frase che cito spesso è: “l'occhio è la finestra dell'anima” e, dunque, è lo sguardo che va qualificato. Aggiungerei: il nostro stesso fare, è un saper guardare in quanto artisti.

 

 

 

Torniamo al linguaggio: chi non ricerca di esprimere tramite linguaggio, e prendo ora per esempio le arti visive, spesso presenta carenze di lettura, di strumenti, ricordiamoci che se non sappiamo una lingua straniera, certo ci potremmo arrangiare, affidarci all'istinto è buona cosa, ma fondamentale è confrontarci con il suddetto linguaggio, per poterci muovere all'interno del tessuto culturale, e qui si aprono grandi diatribe, in tutte le discipline. Anche nelle arti visive c'è una dimensione da studiare e conoscere. Il visibile spesso parla più dell'invisibile, in prima istanza, dunque, partiremo dai contenuti, quindi, quale forma, quale struttura, quale dimensione abbracciare, se ritmica, compositiva, espressiva, geometrica... Ed è da riconoscere, e scegliere, oltre alla dimensione della materia da usare, che nulla ha a che fare con il materiale, ma piuttosto con la tecnica e le possibilità esecutive, come materia-tempo trasformati.

 

E torniamo a quell' ascolto, che dovrebbe muovere il mondo, e che parte probabilmente come necessità di ascoltarsi per scoprire dimensioni comuni e creaturali. Credo che bisogna perseguire la propria evoluzione, situarsi lì dove nasce vita nella vita come forma d'equilibrio riconosciuto e profondo, percorso consapevole che la vita dis-spera e che precede sempre ogni passo, descrizione. I nostri segni, se incidono è perché assolvono immago-immagi-n'azione...memoria, forse anche tra memoria cellulare e ancestrale. Ricordo che il prossimo lunedì sarà il 19 marzo e per acquapoetica avremo il poeta ed editore Massimo Scrignoli, moderato da Gilberto Isella. REGESTO il titolo della raccolta di poesie, sono suddivise a loro volta in terra, acqua, fuoco, aria. Argomenti che rientrano nello specifico dei nostri temi. Chi vorrà iscriversi Gabriele il mio compagno prenderà nota.

 

Vi ringrazio per l'ascolto, lascio la parola a Manolo Piazza, e vi invito poi ad intervenire. Grazie Lore