15 maggio    Rosa Pierno dialoga con Gilberto Isella in  Acquapoetica

Rosa Pierno è nata nel 1959 a Napoli, laureata in Architettura, vive a Roma. Dal 1993 è redattrice della rivista Anterem. Collabora alla rivista libretto diretta da Matteo Bianchi, Pagine dArte (CH). Insieme a Gio Ferri è co-direttore della rivista Testuale. Co-dirige il blog Trasversale con M. Fresa, G. Isella, S. Iori e L. Müller. Cura una rubrica sull'arte per il sito poesia2punto0. Svolge intensa attività critica nel campo letterario e artistico (è presente in numerose riviste, antologie poetiche, cataloghi d'arte). Ha pubblicato 9 libri di poesia, fra cui: Trasversale, Anterem, Verona, 2006 (Premio Feronia Città di Fiano 2006 Vincitore Sezione Poesia); Coppie improbabili, Milano, 2007 Edizioni Pagine d’arte; Artificio, Robin, Roma, 2012.

ROSA PIERNO

 

Stanze   

Anche nelle stanze non si penetra. Raggelate nella loro perfetta messa in scena, oggetti non vi subiscono l’onta della polvere e figure, nascoste nel vano d’una porta o riverberate dallo specchio, ne restano immancabilmente all’esterno.

Nudo

Se si immerge il corpo in un’atmosfera ideale, con pochissime variazioni di colore e colori solo accordati tra di loro, si ottiene un nudo classico, atemporale.

Provare e riprovare in mille modi e pose e luce. Provare a porsi un corpo come oggetto vivibile.

Natura morta

Fiori, collocati in un vaso all’interno di una stanza, hanno la qualità di essere stati sottratti alla natura e ora sono circuibili come un mostro addomesticato.

Ai fiori si possono accostare anche oggetti improbabili e così scoprire che non ridiventano per questo pericolosi. Dormienti, si lasciano accarezzare, ma non hanno profumo.

 (da Félix Vallotton, in coppie improbabili, Pagine d’Arte di Matteo Bianchi, 2007).

 

 LA LUNA IN PIAZZA

 La luna grava, enorme s’avvicina e schiaccia al suolo passanti e cani, qualsiasi figurina. Dalla finestra si scorge il cannocchiale dello scienziato, il quale segna sul foglio le evidenze con arduo accadimento. Nel liquame della bianca luce, fosforescente sfera, dotata di pertugi, egli scorge montagne proiettate. Risuonano i dirompenti zoccoli e il vento ne accompagna il movimento sollevando la criniera assieme ai bei capelli d’oro della cavallerizza, la quale seca in diagonale la piazza e sembra che vi lasci il vuoto quando, improvvisa, dalla vista sparisce, lasciando gli astanti annichiliti, come nudi dinanzi a eventi muti. Sotto le costole dell’edificio, il buio ha la medesima consistenza del sangue rappreso. Il nero fondo dei budelli è impenetrabile anche al pensiero. Il limite della ragione è negli organi marciti. Nella piazza la luna grava, enorme, su un respiro allungato e profondo, dilazionato dalla meraviglia. Appartiene a Reginella che, se ancora la luna si avvicina, potrà distinguervi sentieri e sassi, poggiare il piede sul nuovo suolo, alle spalle lasciandosi la piazza. L’utilizzatore del cannocchiale, a cui non sfuggirà l’affronto, dovrà segnare sulla carta l’inaudita presenza e persino le variazioni della sua ombra al suolo. Accanto al foglio leziosamente disposti son sfere, astrolabi, armille, quadranti e ancora livelle, bussole e seste. Sono queste le strane cose, gli strumenti dello studioso, del solitario ascoso.

 

 AMORE E GUERRA

 La donzella sul cavallo insegue l’uomo a cui dovrà insegnare a deporre le armi, la crudeltà e l’arroganza affinché assuma umile e nobile compostezza, accettando di vivere e di morire a lei sazio accanto.

 ( . /. )

 Dopo aver insegnato amore, amorini, intorno all’armatura deposta, trascinano la lancia facendo cascare lo scudo, drizzano la spada e si nascondono nell’argentea carcassa. Amore e guerra non giacciono distanti, né l’un con l’altro passa, ma dalla loro unione nasce Armonia, che concordia e pace apporta a chicchessia.

Dalla separazione nasce distruzione e affanno e dolore senza soluzione: squadre e mappamondi, lauro e alloro scaraventati a terra, calpestati e rotti, saranno accompagnati da pianto a fiotti.

 

PER PRATI E VALLI

Al galoppo la donzella dà caccia all’amore suo per miglia e miglia, senza riposo: mai non leva né sella né freno alla cavalla, né le lascia gustare erba né fieno: “Potreste provare con altre un piacere di nessun valore, ma non trovare chi vi possa dare questo mio dono, solo io ci sono”.

 

CAVALIERE

 L’elmo piumato ha penne di altezza inusitata, ergentesi fra foglie e spine incise. Fiori con aculei decorano la parte inferiore dell’armatura e corrono con virgulti e boccioli fino ai fianchi. Dalle giunture fuoriescono brani di organza che echeggiano i colori delle piume, mentre il mantello contrasta per materia e colore con la metallica protezione. Scarpine a punta rilanciano lo sguardo verso la lama della vertiginosa alabarda. Il cavaliere istoriato, gran bardo, non può articolare né parola né moto. Pietoso il vento gli smuove il piumaggio. Lei, che si era fermata a chiedergli la via, riparte irritata da cotal fierezza, la quale non si degna di porgerle risposta. Che il mondo è pazzo non è sciocchezza, ma insana verità e a gambe levate se la dà.

(da Artificio, introd. di G.Isella, Robin Edizioni, 2012)

 

 

Ripetizione/Variazione

La ripetizione è tollerabile nella variazione e la variazione è sopportabile nella ripetizione. L’amorfia è in ogni caso esclusa per la messa in campo di artifici atti a ritardare la decisione. Invertendo marcia, non si avrebbe mutamento di direzione. Sarebbero seriali anche la caduta e l’ascesa. Il cambio di scala, consentendo di creare miniature, ridimensionerebbe il problema. Strizzando gli occhi, seguendo le volute cromaticamente vivide e smaltate, ci si dimenticherebbe del libro, che pure narra di una storia secolare.

Esiste, tuttavia, una variazione galoppante che giunge fino alla conclusione e impedisce che la forma si disperda in molteplici finali. Cadrebbero, in questo caso, le discordanze, e tutto diverrebbe coerente. Se, invece, la commedia si riducesse a due sole battute, anche se intensissime, indicatrici di una desolata affezione, non si potrebbe che continuare fiaccamente fino allo scontato epilogo. (da Bagatelle, in “Opera Nuova”, 2016/1)