SABATO 27 E DOMENICA 28 GENNAIO 2018 DOCENTE LOREDANA MÜLLER SVOLGIMENTO A CAMORINO A STUDIO LABORATORIO AREAPANGEART

 

 

 

ORARI DALLE 10 DI MATTINA ALLE 18 NO STOP SULLE DUE GIORNATE COSTO FR.250.- TUTTO COMPRESO.COMPRESA UNA “LEZIONE“ SUL RAPPORTO PAROLA IMMAGINE DI PIERNO 

 

PREVISTO MOMENTO TEORICO LA MATTINA 10-12 SABATO 27 SFOGLIANDO E GUARDANDO GRAFICHE E CARTE D' AUTORE E ASCOLTANDO VOSTRI INTENTI CON LOREDANA MÜLLER

 

 

 

PROPOSTA E SCELTA TRA DUE FORMATI POSSIBILI, PRESA IN CONSIDERAZIONE LA DIMENSIONE DELLA LASTRA E IL RAPPORTO CON IL TESTO SCELTO E PREPOSTO

 

 

 

IL TESTO DOVREBBE ESSERE INVIATO A JOSEF WEISS LA SETTIMANA DEL 22

 

PER CHI VORRÀ PORTARE A COMPIMENTO LEPORELLO O LIBRO D'ARTISTA.

 

 

 

SABATO 27 SI IMABASTIRÀ NEL POMERIGGIO DOPO LA BREVE  LEZIONE DI PIERNO,CON LOREDANA  LA DIREZIONE, LA TECNICA DA USARE E SI INIZIERÀ A INTRAPRENDERE SEGNO. SE QUALCUNO HA DEGLI ELABORATI FATTI PRECEDENTEMENTE SI LAVORERÀ SULL'ATTUAZIONE ULTERIORE DEGLI ELABORATI E L'IMPAGINAZIONE E POSSIBILITÀ DI STAMPA PER GIUNGERE A DEL MATERIALE ADEGUATO. ( 16-18)SABATO SI TAGLIERÀ LA CARTA PER AVVIARE IL LAVORO PER DOMENICA SEMPRE CON LOREDANA MÜLLER ( la stessa Pierno usufruirà del laboratorio pratico come ospite)

 

 

 

CHIARAMENTE ALL'INTERNO DI QUESTA GRIGLIA, LOREDANA SI MUOVERÀ DANDO STRUMENTI AD OGNI PARTECIPANTE, SIA NELLA DIMENSIONE DEL BOZZETTO SIA NEL PROCESSO DA ADOTTARE ATTORNO ALLA TECNICA O MANIERA PIÙ APPROPIATA, IN AMBITO CALCOGRAFICO SIA A SECCO O RILIEVO, SIA A SEGNO DIRETTO O INDIRETTO E RELATIVI PASSAGGI TRA ACIDAZIONI PER GIUNGERE ALLA STAMPA A TORCHIO.

 

 

 

DOMENICA ( 10-12) SI RIAFFRONTERÀ IL MATERIALE ELABORATO E NATO, SI LAVORERÀ SULLA COMPRENSIONE E REALIZZAZIONE DI UNA DIMENSIONE ATEMPORALE PORTATA ALLA TEMPORALITÀ CON LO SFOGLIARE, SI APRIRANNO NUOVE PROBABILITÀ E MODI DI INTERVENIRE CANONICI E NON.

 

 

 

DOMENICA ( 13-18) SI GENERERÀ LA TIRATURA NECESSARIA AL MENABÒ DEFINITIVO PREVEDIBILE IN MINIMO DUE COPIE A QUATTRO PER PARTECIPANTE

 

POSSIBILITÀ DI UNA O PIÙ LASTRE DETERMINERANNO IL NUMERO DEGLI ORIGINALI . PREVISTO PER CHI NON SEGUIRÀ DA JOSEF WEISS LA SECONDA TAPPA LO SVILUPPO A LEPORELLO CHE NON PRETENDE CUCITURE .

 

 

 

LE LASTRE SARANNO DI CM 15X20 O 20X20 UN BUON FORMATO CHE PUÒ ESSERE ANCHE VISSUTO COME SILENZIO PRIMA DI GIUNGERE AL MOMENTO SEGNICO.

 

CONSEGUENTEMENTE I PROTOTIPI DI LIBRI A QUARTINO O A LEPORELLO SEGUIRANNO PIEGATURA E TAGLIO DAI FORMATI STANDAR

 

fogli di cotone 78x106 oppure di 50x65 con diversa grammatura 120,220,300 grammi al MQ

 

QUINDI LE PROPORZIONI SONO SEMPLICI DA COGLIERE.

 

PREVEDERE TITOLO E APPUNTO PICCOLO TESTO PRIMA DI ARRIVARE AL CORSO

 

 

 

www.areapangeart.ch ai Casgnò 11a 6528 Camorino tel 0918573979-0763380967 loredanamuller@bluewin.ch

 

 

PANGEART 2018 . proposte-progetti di Loredana Müller

 

BREVI ACCENNI STORICI e tecnici sull’incisione calcografica.

 

La più antica tecnica di incisione è quella xilografica, forse derivata dalla stampa su tessuto: gli esemplari che risalgono al sec. XIV sono rarissimi, mentre fu largamente applicata all'illustrazione libraria tedesca e italiana, nel secolo successivo.

 

L'incisione su metallo e in particolare su lastra di rame (calcografia) venne messa a punto contemporaneamente in Italia e in Germania intorno alla metà del sec. XV; se non può essere integralmente accolta la testimonianza di Vasari che ne indica l'inventore nel fiorentino Maso Finiguerra, certamente la tecnica calcografica fu originariamente elaborata nell'ambito degli incisori di metalli a bulino e niello. In essa già si cimentarono con risultati brillantissimi Pollaiolo (Combattimento di nudi) e Mantegna (Baccanali), sfruttando compiutamente tutte le possibilità di una tecnica prediletta dai grandi artisti fino ai nostri giorni per la sua estrema duttilità e insieme per il suo rigore. Alle esperienze italiane si affiancarono quelle tedesche del Maestro E. S., di M. Schongauer, di U. Graf, ma soprattutto di Dürer, che della xilografia e dell'incisione su metallo indagò le intrinseche possibilità analitico-descrittive. Durante il sec. XVI si diffuse in Europa l'incisione ad acquaforte: la grande varietà d'effetti che questa tecnica consente fu sperimentata soprattutto da Parmigianino e Barocci, quindi, nel sec. XVII, da Reni, Guercino, S. Della Bella per raggiungere l'apogeo nell'opera incisa di Rembrandt.

 

Tra la fine del sec. XV e l'inizio del successivo venne definendosi, a opera di Marcantonio Raimondi, una delle funzioni essenziali dell'incisione fino al sec. XIX: la trascrizione dell'opera pittorica dei grandi maestri, che la molteplicità degli esemplari a stampa da matrici incise trasformò in un patrimonio iconografico aperto a tutti. Funzione di diffusione che l'incisione perse soltanto con l'avvento delle tecniche di riproduzione fotomeccanica, le quali a loro volta sono state la necessaria premessa per la rinascita dell'incisione originale nei sec. XIX e XX. Nella seconda metà del sec. XVI Bologna e l'Accademia carraccesca assunsero un ruolo essenziale nel perfezionamento delle tecniche d'incisione in Italia. In Francia, dopo incerti inizi, l'incisione ebbe il suo periodo di massimo splendore nei sec. XVII e XVIII, nell'opera del sommo acquafortista Jacques Callot e del ritrattista a bulino Gérard Audran.

 

In Italia nel sec. XVIII, accanto all'opera originale di un eccelso incisore come il Tiepolo (Capricci, Divertimenti, Fantasie), fiorì a Roma (Vasi) e a Venezia (Canaletto, Bellotto, Ricci) il genere della veduta incisa, mentre la veduta di fantasia raggiunse un vertice insuperato nelle incisioni di Piranesi (Carceri). In Inghilterra l'incisione originale ebbe i suoi massimi esponenti, nel sec. XVIII, in Hogarth, Rowlandson, Blake, mentre Bewick rinnovò la tecnica xilografica con l'invenzione del cosiddetto "legno di testa"; nella traduzione di opere della scuola settecentesca fu usata prevalentemente la maniera nera. Acquaforte e acquatinta trovarono un grandissimo interprete, sul finire del sec. XVIII, in Goya.

 

In seguito l'acquaforte divenne la tecnica di preparazione di matrici per la stampa prediletta dagli artisti del sec. XIX. Secolo durante il quale si assiste alla rinascita dell'incisione originale, intesa come mezzo di espressione artistica fine a se stessa: oggetto di collezionismo, il suo valore commerciale venne difeso da tirature limitate e numerate e dal provvedimento di biffare le matrici. In essa si sono cimentati quasi tutti i grandi pittori moderni e contemporanei, da Chagall, Dérain, Léger, a Nolde e Kokoschka, da Picasso, Miró e Dalí, a Carrà, Morandi, Campigli, Guttuso, rendendo praticamente impossibile scindere una storia dell'incisione dalla fisionomia dei diversi momenti culturali e dall'attività dei singoli artisti che a essa si sono dedicati.

 



 



 

ACCENNI SULLA TECNICA INCISORIA

 

L'immagine e il disegno prodotti sulla matrice per mezzo di tecniche indirette offrono un segno e un risultato grafico con caratteristiche differenti rispetto ai risultati ottenibili con le maniere dirette. L'incisione avviene attraverso l'uso di acidi e/o mordenti che corrodono la lastra nelle parti non protette dalla vernice acido-resistente.
Sono da considerarsi incisioni indirette l'
acquaforte, l'acquatinta, la cera molle, la maniera allo zucchero e tutte le varie maniere pittoriche. Incisioni dirette la puntasecca, il bulino, la maniera nera, sperimentazioni dirette sulla lastra prima dell’inchiostro.

 


Le vernici oltre ad essere acido-resistenti, devono essere elastiche per permettere un buon lavoro senza screpolature o deformazioni. Se ne trovano pronte in commercio sia liquide, da stendere con un pennello piatto e morbido, che solide (coni), da stendere con un rullo o con un tampone. Ricordiamo la vernice bianca trasparente, la vernice nera liquida satinata, la vernice per coperture (quasi equivalente al bitume liquido). Le vernici generalmente sono composte di asfalto, resina e cera in proporzioni giuste al fine di garantire una perfetta ed omogenea stesura e copertura. L'elasticità della vernice deve consentire un lavoro preciso senza saltare via durante le fasi di lavorazione. Per rendere fluide le vernici oltre che il preriscaldamento della lastra , si può diluire un poco con petrolio la vernice stessa.

 

L'acquaforte Si prepara una base usando la vernice acido-resistente, generalmente, per praticità si usa quella liquida e la si applica con un pennello largo due dita molto morbido e piatto.
Si copre la superficie da incidere, facendo attenzione a non lasciare, tra una pennellata e l'altra, righe o piccoli spazi scoperti e cercando di evitare che il pennello lasci impurità, è meglio anche non ripassare con il pennello sopra la vernice già distesa. Secondo la tradizione prima di procedere al lavoro è necessario annerire la superficie della lastra (affumicatura) facendo scorrere sulla lastra, capovolta e appesa alle pinze di sostegno, la fiamma di un lume a petrolio o una torcia di cera. Questa operazione, che ha la funzione di asciugare (senza bruciare) la vernice facendo aderire meglio alla lastra lo strato di cera (evaporano così anche le parti grasse eccedenti) da maggiore risalto ai segni che si vanno a intagliare sul metallo, ma è meglio evitarla se non si dispone di uno spazio attrezzato con tiraggio forzato per i motivi legati alla tossicità sia del petrolio che dei componenti nei vapori della vernice. Quando la vernice è secca si inizia l'incisione. L'intaglio della vernice si effettua con punte non molto affilate, non è necessario scalfire la superficie del metallo, è importante però che la punta intacchi la vernice scoprendo il metallo uniformemente. La larghezza del segno dipende dalla grossezza della punta, ma la profondità dell'incisione e la qualità grafica del segno, dipendono dal tempo di morsura e dalla concentrazione di acido. Si disegneranno per primi i segni che si vogliono più incisi, perciò più scuri nella stampa, ultimato l'intaglio si copre il retro della lastra con plastica adesiva per proteggerla dall'azione corrosiva del mordente. Si procede quindi con l'aggiunta di altri segni e morsure fino a tracciare per ultimi i segni più sottili e delicati, questa è la cosiddetta morsura multipla. La morsura piana consiste invece in un'unica immersione nel mordente. Una volta immersa la lastra nel bagno acido per il tempo necessario la si deve lavare bene sotto acqua corrente. Prima di stamparla si dovrà togliere la vernice con un solvente.

 


La vernice molle questa tecnica permette la realizzazione di lastre con segni morbidi, il cui aspetto è simile a quello ottenuto con un disegno eseguito a matita o a pastello, con tratti di maggiore e/o minore granulosità a secondo della grana del foglio usato per tracciare il disegno.
La lastra viene posta sul tavolo caldo e con un buon rullo di gomma si stende un sottile strato di cera molle, una volta raffreddata la lastra, vi si applica un foglio di carta velina o di carta giapponese di dimensioni superiori e si esegue il disegno impiegando una o più matite abbastanza dure. Tracciati i segni con una certa pressione alternando l'uso di matite con punte di diverso spessore e completato il lavoro, si solleva la carta sulla quale è stato eseguito il disegno.

 

La cera molle è rimasta attaccata sul retro della velina nei punti dove è stata esercitata la pressione con la matita mettendo in evidenza il lavoro fatto. Se non soddisfatti dell'effetto raggiunto, si riabbassa la velina, senza spostarla, e si completa il lavoro. Si possono anche imprimere trame di stoffe, foglie, e altri oggetti piani, ponendoli direttamente sulla lastra preparata ed esercitando la necessaria pressione con un brunitoio, una stecca di legno, o a mezzo torchio (il torchio in questo caso sarà regolato con una pressione molto più lieve rispetto a quella necessaria per la stampa).. Una volta terminato il lavoro si toglie la velina e si acida. Terminato il tempo di morsura si risciacqua bene.


 

L'acquatinta, il metodo dell'acquatinta permette di ottenere tonalità più o meno profonde, con grana fine o grossa, regolare o irregolare senza l'ausilio del segno. L'acquatinta può essere usata anche unita ad altre tecniche come l'acquaforte. La lastra viene ricoperta con uno strato di polvere di resina la colofonia, o pece greca, una polvere finissima ottenuta dalla distillazione della trementina, o di bitume in polvere. Entrambe le polveri usate sono dannose, si consiglia quindi l'uso di maschere protettive con filtri adeguati. La lastra è riscaldata da sotto con un fornello a gas o ad alcool, il calore permette alla resina di sciogliersi e aderirvi. La resina ha la proprietà di proteggere il metallo dall'azione dell'acido, il mordente intaccherà solo quel metallo scoperto attorno ad ogni granello di resina, creando una superficie in grado di trattene l'inchiostro. Si procede alla morsura nei modi ritenuti adatti per il lavoro, per esempio una morsura multipla se le aree devono avere tonalità più o meno scure. Una volta terminata la morsura, e dopo aver risciacquato, si pulirà la matrice con solvente adatto a rimuovere la polvere usata.
Se la lastra risulterà troppo incisa, si potrà ricorrere alla carta abrasiva e al brunitoio per schiarire zone troppo scure.
Maniera pittorica con pennelli morbidi da acquarello e una vernice costituita da olio di lino, olio essenziale di trementina e colore ad olio bianco in parti uguali si dipingono sulla lastra preparata con il medesimo procedimento seguito per l'acquaforte le parti (segni o zone) da incidere. Dopo alcuni minuti si asporta, con uno straccetto o con carta assorbente la vernice, scoprendo così il metallo nelle parti dove era stata stesa, parti che riceveranno la granitura a bitume o a colofonia.
La lastra è ora pronta per essere morsa secondo i tempi impiegati per l'acquatinta.
Maniera allo zucchero gli strumenti utilizzati per la tecnica al tratto di penna o allo zucchero sono pennini e pennelli, la vernice è costituita da parti uguali di zucchero e inchiostro di china e qualche goccia di gomma arabica. Si disegna con la penna e i pennelli sulla lastra sgrassata, usando il preparato che deve essere fluido ma non eccessivamente; appena asciugato si ricopre l'intera superficie della lastra con vernice protettiva in strato sottile. Seccata anch'essa, si mette la lastra in acqua tiepida o nell'acqua corrente, che scioglie la vernice isolante in tutti i punti dove questa ricopre i segni eseguiti con il preparato. Le zone scoperte possono ora essere preparate ad acquatinta con bitume o colofonia e in seguito incise dal mordente.
Maniera al sale un altro modo per creare una texture puntinata in positivo sulla stampa (cioè dei punti incisi sulla superficie della lastra, al contrario dell'acquatinta dove minuscoli puntini bianchi sono circondati dalle zone erose) consiste nel coprire la lastra con la vernice per acquaforte quindi gettarvi sopra del sale, che sarà fino o grosso secondo le vostre esigenze, quindi far seccare la vernice. Una volta asciutta la vernice, sbattere la lastra contro il piano per far cadere l'eccesso di sale e immergerla in acqua tiepida. Il sale si scioglierà lasciando scoperti i punti, potete coprire di nuovo con la vernice le zone che non volete acidare e procedere alle morsure.
Pastelli a olio e pennarello a smalto
Svariati materiali grassi sono acido-resistenti in maniera più o meno coprente e duratura in morsura, si possono provare molti prodotti presenti nelle nostre case e in studio. Creme grasse idratanti per il corpo (tipo nivea), matite per il trucco, saponette, rossetti, candele…Di sicuro effetto sono i pastelli ad olio per disegnare, da usare direttamente sulla lastra prima di acidarla, oppure dopo aver preparato la matrice con la polvere per l'acquatinta.
Un altro sorprendente strumento per disegnare sulla lastra di metallo è il pennarello a smalto. Lo smalto del pennarello è acido-resistente, il disegno realizzato sarà più o meno coprente in relazione alla velocità con cui viene tracciato, con un risultato segnico proporzionale al gesto della mano.