LUNEDÌ 29 GIUGNO

 

                                      Fine mostra

                                      momento aperto all'aperto e con aperitivo

 

 

 

 

 

 

DI TERRA, DI MARE,DI CIELO

 

 

Cari amici dell'arte e di areapangeart,

 

dopo questo sospeso e raccapricciante

 

periodo, possiamo riaprire lo spazio

 

espositivo.

 

E lo si farà dall'11 maggio fino il 29 giugno, dove previa telefono potete arrivare tutti i giorni.

 

 

Non riusciremo a recuperare il programma; ma le opere di PETRA WEISS

 

le sue sculture ceramiche e i dipinti di

 

LOREDANA MÜLLER le sue tele-tavole saranno visibili.

 

Unite ai suoni in sala di MAX PIZIO al testo in sala di MARIA WILL.

 

 

Abbiamo pensato con Petra di invitarvi

 

e proporre per tutto maggio e tutto giugno

dei

 

LUNEDÌ D'INCONTRO TRA LE OPERE

 

 

dove saremo noi a raccontarvi le nostre

 

opere i nostri processi.

In qualche occasione con la presenza di un musicista, oppure un ospite.

 

Comunque ci saranno in sala espositiva, otto sedie, che staranno a due metri di distanza per permetterci dopo una visita, un momento condiviso, per dare spazio

 

a vostre domande o interpretazioni, dare motivazioni e generare riflessioni sulla nostra esposizione in dialogo.

 

 

 

I LUNEDÌ DALLE 19 ALLE 20

 

 

 

 

LUNEDÌ 11 MAGGIO

 

 

 

 

 LUNEDÌ 18 MAGGIO

 

 

 

                                      LUNEDÌ 25 MAGGIO

 

 

                                                         LUNEDÌ  1° GIUGNO     

 

 

                                      LUNEDÌ 8 GIUGNO 

 

 

 

                 

                                      LUNEDÌ 15 GIUGNO

 

 

 

 

                                      LUNEDÌ 22 GIUGNO

 

 

 

 

                                      LUNEDÌ 29 GIUGNO

 

                                      Fine mostra

                                      momento aperto all'aperto e con aperitivo

 

 

DI TERRA, DI MARE, DI CIELO

 

PETRA WEISS E LOREDANA MÜLLER

 

Mostra di scultura e pittura

 

Camorino, Areapangeart

 

16 marzo – 18 maggio 2020

 

 

 

 

Sta tra concretezza e astrazione, tra materia e pensiero il punto distintivo di questa mostra a due. O meglio, sta nella circolarità e nella necessaria connessione tra quei poli opposti. Circolarità e necessaria connessione che, quasi ad una sola voce, vengono svelate e indicate dai lavori di entrambe le espositrici. Le quali, già nel titolo dato alla mostra – titolo solo in apparenza piano e monolitico – sottilmente propongono infatti questo andamento binario tra una visione e un agire ancorati nella sostanza fisica di quei tre universi (ad esempio: le possenti "zolle di terra" che sono tra i maggiori elementi di riconoscibilità dell'opera di Petra Weiss; l'adesione religiosa alla natura fin dentro le sue viscere, di continuo ribadita da Loredana Müller) e un altro sentire invece che ne assume i valori simbolici (l'onda, la vela, il passo ben franco al suolo – frequenti motivi ispiratori e concetti della ricerca della Weiss – che diventano segni e presenza assoluta nello spazio; per la Müller, l'esperienza senza filtri del paesaggio tradotta in una fantasia interiore di luci e colore).

 

L'accostamento delle sculture dell'una ai dipinti dell'altra si dimostra inoltre particolarmente efficace nel liberare echi e reciproci rimandi che vanno a far risaltare la forza immateriale delle rispettive configurazioni artistiche. Un vertice espressivo in tal senso si ha quando le forme delle varie Meteore di Petra Weiss, che visivamente e metaforicamente "accolgono", sono messe in corrispondenza con le luci dei Paesaggi (o Passaggi) di Loredana Müller: si ha allora la diffusione di riverberi, entro i quali l'attimo si sospende.

 

 

 

Maria Will

 

Monte Carasso, 16 marzo 2020

 

 

Un saluto agli amici di Areapangeart  di Gilberto Isella

 

 

 

 

 

 

 

Cari amici tutti, vi porgo un grande saluto. Un saluto speciale lo riservo a Loredana, che con giustificata ostinazione ha deciso di non interrompere l’attività di Areapangeart, nonostante il periodo di precarietà che stiamo attraversando. Non sarò fisicamente con voi questa sera. Lo sarò certamente nello spirito, nello slancio ideale che ci accomuna. Sto trascorrendo maggio in Engadina, perché urgono i lavori di ristrutturazione e sanificazione del nostro appartamento di Zuoz. Per me sarà anche un’occasione di riflettere sullo stato attuale delle cose, sul senso presente e futuro del nostro lavoro intellettuale e creativo. Riflettere? Una parola di valenza tutt’al più esorcistica, se non saremo in grado di rifondarla. Ha ancora senso parlare di “riflettere” assistendo al quotidiano tsunami di chiacchiere ‘indorate’ dei presunti addetti ai lavori, chiacchiere amplificate dai media per poter sopravvivere come valvole di sfogo di un narcisismo planetario malato? Politici impotenti o schizzati, scienziati che ci propinano dogmi comportamentali solo per contraddirli il giorno dopo. Qualche ex raffinato pensatore, per farsi bello, discetta di “nuova fratellanza alle porte”. Pura retorica. A me sembra piuttosto che si stia prospettando una nuova barbarie, l’avanzata di una paludosa terra di nessuno. Ma non possiamo stare a guardare, aspettando una fase 14 o 15.

 

Seguo come tutti voi, con viva trepidazione, gli eventi in corso. Eventi che a dire il vero sono loro a inseguirci, a darci scacco. Eventi di cui non si è ancora còlta la profonda ed enigmatica natura cosmica, che i più negano o sottovalutano allegramente. E d’altronde molti paradigmi che hanno sorretto il logos occidentale rischiano di andare in pezzi. Come li sostituiremo?

 

Nessuno di noi salverà il mondo, ma una cosa è certa. Chi opera nel campo della cultura, in particolare gli artisti, gli scrittori, i musicisti, hanno un compito immenso. Siamo chiamati a riflettere, con spirito autocritico e il debito distacco, sul nostro lavoro svolto, sull’impatto estetico e cognitivo che ha lasciato dietro di sé. Questo, in particolare, per identificarne la bussola segreta, in modo da poter procedere con energie rinnovate e ciascuno seguendo il proprio demone, a creare cose nuove e illuminanti. Ma senza prescindere dagli scenari eco-antropologici che ben conosciamo, anche a costo di assumersi rischi inconsueti. La scienza studia i meccanismi del reale, l’arte ne interroga l’essenza. L’arte non ha teoremi né formule da proporre, solo i percorsi invisibili e stellari dell’utopia. Anche l’utopia del comunicare, di nuove forme di comunicazione. E allora creiamo dialogando, dialoghiamo creando.

 

 

 

Vi saluto affettuosamente, offrendovi con i migliori auguri i primi doni della natura alpeste: una caltha palustre, una pulsatilla vernalis e una genziana.

 

 

 

Il vostro Gilberto.