Un caro saluto a tutti voi, siamo al 4° appuntamento
in omaggio a Guido Strazza, e mi piace ricordare all'insegna della luna, di lunedì.
Lo sottolineo per tutte quelle rivendicazioni al femminile che per me è dimensione intrinseca all'operare,
attorno al terreno delle arti, ma anche ai cieli, alle notti, alla luna, all'acqua come alla necessità del sole.
Questa sera un Assolo del percussionista Luciano Zampar,
che ci avvolgerà e condurrà in un viaggio di suoni timbrici in omaggio all'opera e all'artista Guido Strazza,
nato a Santa Fiore, vicino a Grosseto ben 97 anni fa, nel 1922 pittore ed incisore.
Qui ad areapangeart abbiamo attorno grafica, ma nel 2017 oltre ad avere un esposizione alla GNAM
galleria nazionale d' arte Moderna a Roma, come abbiamo già ricordato,
un alto riconoscimento sull'insieme del suo lavoro;
dove esposte erano grandi opere pittoriche e pagine infinite di grafica.
In quello stesso anno anche il nostro Museo Cittadino gli ha fatto omaggio
unendolo ad altri due pittori-incisori. Hartung, Cavalli, Strazza
"L'anima del segno" titolava l'esposizione. Ed in quella occasione fu coinvolto anche Luciano
che svolse un concerto in Villa Dei Cedri, ed è attorno ad alcune delle opere lì presenti
ma ora anche qui, che questa sera Luciano Zampar percussionista riconosciuto a livello internazionale, suonerà .
Le opere esposte appartengono a "serie" di motivi, periodi, una ricerca sui contenuti segnici e verbali
che Guido Strazza ha perseverato in anni.
Titoli quali Orizzonti Olandesi, e non è un caso che la moglie di Guido Strazza è Olandese, Segno nasconde Segno, oppure sul periodo Romano: Pavimenti Cosmateschi, Muri di Roma, Colonne spezzate, ancora; Archi, Insetti , Quadrato non quadrato , Trama quadrangolare... E qui avverrà una scelta di riferimento di cui vi parlerà per il suo concerto Luciano. Prima di passare a lui la parola per introdurre i suoi suoni, ricordo che il 5° appuntamento sarà luned`17 giugno, serata dedicata al cinema " Apocalisse 2 - tramonto a Oriente" del regista Werner Weick che sarà presente.
L'esposizione termina il 30 giugno, e abbiamo già accennato che svolgeremo un finissaggi, cosa rara ad areapangeart, previsto un concerto in DUO e se vorrà Luciano dirà qualcosa, e una sorpresa per quella domenica sempre alle 19 sarà presente il 3° libro della Collana Il Fiore, edizione Josef Weiss e areapangeart MELANTHA il fiore nero che coinvolge Paul Celan, Guido Strazza e Gilberto Isella. Vi auguro un buon ascolto.
L'ANIMA DEL SEGNO, Hartung Cavalli Strazza,
Museo di Villa dei Cedri,
Bellinzona ottobre 2017
(testo di Loredana Müller) Un estratto.
Parlare di anima del segno,
forse ha una complessità in grembo, potremmo sostituire anima con carattere o
psiche o ancora meglio tensione – senso – direzione e sostenere segno
nel senso in cui ogni segno ha valenze autoportanti.
Forse potremmo parlare di un
autonomia del segno e nel contempo di una sua grammatica.
Cosa si intende per grammatica
del segno, equivale alla struttura, al costruire generare tramite segno,
visione?
Oppure segni come suoni, segni
come tensioni, necessità e adesioni a ritmi e costanti che appartengono al
vivere, alle emozioni, alla priorità dell' esprimersi ( ciò che preme dentro)
e nel contempo dare senso e
direzione orientamento, forse etico oltre che estetico, valenze formali e
metalinguistiche, filosofiche nel porre continue domande.
Ecco parole di Guido
Strazza, da un suo piccolo testo Segnare,
...“c'è una così naturale doppiezza nell'essere un segno presenza senza nome e insieme
aver nome di qualcos'altro che sta evocando, da dover pensare che non si tratta
di un gratuito gioco di parole, ma di una complessa doppia unità di cui proprio
la doppiezza è prova palpitante del suo pieno potere di significare qualcosa.
Infiniti sono i modi, le sfumature e le possibilità espressive di un segno, ma nel suo farsi non può contare solo la premeditazione di chi lo fa, perchè molto avviene al di qua del progetto, come per repentina intuizione che si fa gesto e segno e, subito, sguardo che lo riconosce e interpreta.“...
„Non è un foglio bianco in attesa dell'ispirazione, ma una fitta rete invisibile, già
tutta intessuta delle sue e delle nostre pulsioni a un suo (nostro) ordine
tutto da decifrare. Materia e significati (ecco la fondamentale doppiezza) che
troveranno accordo in quella forma di incrociati riconoscimenti e identificazioni che usiamo chiamare opera finita. Ma, fin dal primo istante qualcosa si sta facendo diverso dal previsto.
Senza fine. Si provoca la materia, questa
risponde. Non parla di sé, ma del suo rapporto con noi. Che non è cosa cosi
certa e chiara. Un pensiero si fa segno, segno di sé e qualcos'altro ancora.“...
Il segno in questi tre artisti ( Hartung, Cavallai Strazza) è dialogo tra crescita e tensione, un segnare tra lo spontaneo e l'atto
energico, a volte graffiato, perchè enunciato, portato davvero fuori da sè...
Segno portato all' ascolto e all'attenzione, come continua adesione alle varianti.
Inoltre se partono con una certa razionalità progettuale è un pensiero nella
costruzione spaziale, che in modo diverso
vince. Ma anche è la forte tensione che diviene essa composizione.
E qui il gioco forza della qualità del tempo come dimensione anche di esperienza e maturità, è così
evidente, espressa per raggiungere, o meglio per accorgersi d'ogni resistenza in se e fuori se, per avvalersi della propria verità e quindi la propria adesione al tempo come metafora della storia come
della materia, affrontata dal gesto, come corpo e spirito, dalla traccia che si è e si fà.