L'ASTRATTO ALL'INSEGNA DELLA NATURA

 

TRATTO SEGNA NATURA

 

 

l’astratto (abs-tractum) etimologicamente è il “separato”, il risultato di un procedimento riflettente che produce opposizione e cristallizza i termini della scissione”

 

 

Credo che una possibile partenza posso ritenerla significativa farla iniziare da una riflessione in merito, dar adito ad una posizione di guarigione forse, lì dove astratto non significa dividere la parte mentale da quella concreta, lì dove si crede che luce ed ombra, paradiso o inferno siano dialetticamente due regni scindibili. Forse Dante con il proprio madre-estro/MaestroVirgilio,

 

dalla visione Medioevale, retrocedeva ai passi della prima poesia latina per riconsiderare la lotta del sé, la dimensione continua del processo necessario di superamento della nostra orma e ombra. Entrambe non ci sono nelle parole dell'angelo che spesso viene ribadito/annunciato,

 

basta che essa la parola non divenga proiezione, sostitutzione di percorso o processo. di esperienza.

 

 

 

Ma torniamo al titolo, alla dimensione che è un tratto che poi segna natura; la natura è anche nell'uomo, uomo è natura che memorizza e lavora con i propri segni, ne è attraversato, l'uomo di terra, rimane di terra anche quando tecnologicamente muove la dimensione virtuale più avanzata.

 

Saremo sempre più vicini agli animali, alle piante, ai minerali, agli organismi viventi che ad un apparecchio per quanto sofisticato ed efficace lui possa essere.

 

 

 

Credo che qui si metta in gioco una rivendicazione, siamo in una biblioteca e credo che sia lecito dire, che la nostra dimensione si arricchisce grazie alla lettura, grazie all'incredibile patrimonio di idee che appunto una Biblioteca può conservare, lo fa con quella misura che appartiene ancora al nostro corpo che occupa uno spazio concreto, che necessita di cure, che sente il caldo e il freddo, che pretende una conservazione.

 

 

 

In questi termini ho perseverato su delle carte fatte a mano e colori realizzati dopo la raccolta di ossidi dalla sottoscritta, come corretto ed imperdibile relazionarsi al territorio, inteso come terra comune, come luogo di appartenenza anche sostanziale.

 

 

 

Per tratto possiamo pensare anche alla durata che fa di noi persone con memoria, persone che possano raccontare una storia, ricordarla, documentarsi e ritrovare sempre le stesse matasse. ma farne esperienza, farne tesoro nei sensi della necessità del tempo spazio proprio e condivisibile. perchè valore collettivo.