SUONI IN SALA

 

“Pensieri per l’oboe solo del sig. Zoboli”

di Albert Moeschinger (11897- 1985), arrangiamento di Omar Zoboli

 

 

Sono 5 melodie (+ una mia breve inserita)  o, come le chiamò Albert Moeschinger (1897 – 1985)  “Pensieri per l’oboe solo del sig. Zoboli” scritte da lui quando ultraottantenne abitava ad Ascona ed era quasi cieco. Scriveva su carta gialla o blu, e molto in grande, con fatica, concentrando tutto all'essenziale.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

comunicato stampa PIETRACARTA ad areapangeart a Camorino

 

GIULIA NAPOLEONE - FRANCOIS LAFRANCA - LOREDANA MÜLLER

presentazione e testo in sala di Vincenzo Guarracino

suoni in sala: oboe di Omar Zoboli

da lunedì 17 aprile alle ore 19 fino al 30 giugno 2023.

A cura di Loredana Müller

 

.

Lunedì 17 aprile, al centro culturale di Camorino si inaugura una nuova "pagina" di rara intensità.

Sono tre più uno, gli artisti coinvolti, uno scultore, due artiste che operano nella grafica e nella pittura e un musicista, Omar Zoboli, oboista internazionale. “Pensieri per l’oboe solo del sig. Zoboli” di Albert Moeschinger (1897- 1985), arrangiamento di Omar Zoboli.

 

Vincenzo Guarracino, introducendo i tre artisti, parla dei 'dialoghi' a Camorino con delicatezza, affermando che del lavoro di Giulia Napoleone ha voluto cogliere lo spessore concettuale, filosofico, piu' che il suo "debito" verso le parole dei poeti. Nel lavoro di Loredana Müller individua la sua obbedienza all'esistente, un 'esistente' amato e rispettato nella sua sostanza sofferente. Per Francois Lafranca, infine, evidenzia il suo rapporto con 'l'inerte' quale elemento primigenio, archetipico, a prescindere dai titoli e dalle esplicite e dichiarate intenzioni.

 

Giulia Napoleone, indubbiamente la signora della grafica, ci sorprende con i pastelli, gli acquarelli e l'olio. Classe 1936, onora il nostro luogo con i suoi segni - colori a pastello che fanno della superficie del foglio una realtà profonda, quasi di pietra. Nata a Pescara, si trasferisce a Roma, in uno studio le cui mura furono toccate da Borromini, e affianca Guido Strazza nell'avventura della Calcografia Nazionale. Dopo un lungo periodo in Siria torna in Italia, a Carbognano, in terra etrusca, dove ha casa e studio. Lì lavora assiduamente quando non viaggia. Le sue opere sono in musei Italiani prestigiosi e in diverse collezioni in Svizzera, Austria, Germania, Francia. Le opere presentate sono 11: le sue carte di buon formato di cm 68 x 54 incredibilmente segnate a pastello, sono dedicate ai versi dei poeti che predilige e frequenta e con i quali intesse affinità traendone pagine di poesia totale. Le opere sono dedicate a Maria Clelia Cardona, Osvaldo Coluccino, Claudio Damiani, Pietro De Marchi, Rita Iacomino, Gilberto Isella, Fabio Merlini, Rosa Pierno, Roberto Rossi Precerutti, Maria Rosaria Valentini, Marco Vitale. I loro versi ne sono i titoli qui in ordine di presenza in galleria: "Alla fine è questo cielo della sera quello che resta " - " Ombra o radice " - " E come l'acqua andare verso il mare " - " Pietracqua" -" L'eternità " - " Liberare la vita...in un istante morire " - " Non c'é nulla da temere nel bianco" -

" Cadere come celestiale corpo cade" - " Sembra una pagina che non hai scritto " -

" Non so se la cosa viene dall'alto o dal basso " - " Margini di splendore".

Fogli di carta d'intensi blu, azzurri, cerulei, blu di Prussia o di Francia, cobalti ... ci sorprendono sulla grande parete.

 

François Lafranca, classe 1943, nasce a San Carlo/Val Bavona. Dal 1959/60 Lavora a Berna con Marcel Wyss, scultore, pittore ed editore della rivista d'arte SPIRALE. In questi anni inizia a suonare Jazz. Nel 1961-64 ritorna in Val Bavona. Qui, in solitudine, lavora come pittore e scultore. Nel 1965 apre a Locarno un Ateliers di incisione e stampa a mano e vi lavora con artisti come Ben Nicholson, Jean Arp, Piero Dorazio, Gottfried Honegger, Italo Valenti, Arturo Bonfanti, Enrico Castellani, Eduardo Chillida, con cui generò un’amicizia, forse il suo "maestro", e molti altri. Espone in Svizzera a Berna, Zurigo, Locarno, Nelle Cento Valli, ma anche in Germania, in Giappone... Le sue sculture e carte sono collocate in luoghi privati e pubblici non solo in Europa. Scultore, lavora la pietra delle sue Valli, lavoro cui affianca carte stampate a secco o a rilievo, con sottili presenze. Sua è la fabbricazione della carta presente in galleria, usata in parte da entrambe le artiste esposte. Un artista con il cuore d'artigiano, un artista che ha lavorato e stampato per autori riconosciuti a livello internazionale, che ha aderito a progetti attorno all'editoria, tra stampa tipografica, calcografica, fotografica, con la sua carta di altissima qualità. In sala espositiva ha pietre di luoghi vicini e lontani, raccolte, e lavorate, tra Graniti e Anfibolite, Beola di Linescio, ad Ardesia su ollare, ancora Pietra ollare della Val Rovana ... E la sua carta, amata da molti artisti nel mondo. Le sue carte a secco, silenti, con pressioni e rilievi che dialogano con " pietre sottili, tagli miliari" in uno spazio evocato e reso sacrale. Come accenna Vincenzo Guarracino le sue totemiche presenze parlano una lingua arcaica e ancestrale.

 

Loredana Müller, nasce quando Lafranca intraprende i suoi primi grandi lavori con Ben Nicholson, nel 1964 e Giulia Napoleone era impegnata alla Calcografia in un progetto di grafica internazionale. Seppur alle soglie dei sessanta, è la giovane in campo, fortunata davvero ad avere vicino personalità, amiche e vie maestre. Loredana presenta 11 carte tonde della cartiera Lafranca e tre di sua fabbricazione; dal diametro ca. di 63-65 cm . nelle quali, tramite i suoi inchiostri e le paste d'ossidi, genera i suoi segni cromatici. Vincenzo Guarracino nel suo scritto chiama " Impronte" le carte della Muller, forse tracce d'animata tensione lì, tra la manciata di minerali e l'acqua, nostra essenza vitale. I suoi titoli sono: Trasparenza, Acqua, Ferrosa, Eliopietra, Florescenza, Notturni, Imbibita, Soffio, Crescita, Cristalli.

 

 

Areapangeart, come d’abitudine, prevede 4 serate articolate tra cinema, poesia, edizioni e libri d'artista: sempre di lunedì alle ore 19.00. L’8 maggio sarà proiettato il documentario di Werner Weick e Marilia Albanese della RSI " Maneka Gandhi" Il 22 maggio PIETRACQUA: poesie di Gilberto Isella e inchiostri di Giulia Napoleone e Loredana Müller edizioni areapangeart. Il 12 giugno una serata dedicata ai libri d'artista e alla poesia con Osvaldo Coluccino e Giulia Napoleone, modera Gilberto Isella. Il 26 giugno si presenteranno le edizioni Käräjäkivet " Cerchio di pietre " fondazione finlandese-portoghese, di Nuno Costa e Marcia Nascimento, ne parlerà Roi Carrera tramite proiezioni e raccordi tra arte, architettura, scultura e pietra.

NOTE MINIME BIOGRAFICHE

 

  Giulia Napoleone

 pittrice e incisore, nata a Pescara il 1° febbraio 1936. A Roma dal 1957, partendo da una formazione rivolta verso un vasto arco di interessi (dalla musica classica alla fotografia), si è quindi dedicata alla pittura e, prevalentemente, alla grafica. Ha frequentato come ricercatrice (dal 1965) e come docente (1974-76) la Calcografia Nazionale di Roma, stringendo un sodalizio di studio con G. Strazza. Si è perfezionata (1967) nelle tecniche grafiche presso il Rijksmuseum di Amsterdam. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive; tra le mostre personali recenti, Luce e ombra (1992, Roma, Museo laboratorio di arte contemporanea dell'Università "La Sapienza"); Giulia Napoleone. Opere su carta 1963-1997 (1997, Roma, Calcografia Nazionale). A parte la breve esperienza, nei primi anni Settanta, dell'uso di materiali plastici (sico glass), ha trovato nell'incisione a punzone e nelle altre tecniche dirette (bulino, maniera nera, puntasecca) un mezzo espressivo intimamente congeniale, accanto all'acquerello e al disegno a pastello e a inchiostro. Nelle prime opere emerge l'uso di segni o unità minimali, impaginati in tessiture astratte (serie Urania, 1963-64; Mosaico, 1964-65; Muro, 1965) o ispirate a forme vegetali o paesaggi immaginari (serie Foglie, 1963); in seguito ha rivolto i suoi interessi in particolare alle ricerche sulla luce, sui passaggi cromatici e sul ritmo compositivo della linea e del segno, che sono alla base degli acquerelli (serie Variazioni, 1977; Trasparenze, 1989; Acqua, 1992-93) come dei disegni a inchiostro in bianco e nero (Notte a Numana, 1985; illustrazioni per Les fleurs du mal, 1995-96) e delle incisioni (serie Segno e controsegno, 1974, punzone; Specchi d'ombra, 1992, maniera nera). Ha un mosaico alla stazione della metropolitana di Piazza V. Emanuele a Roma. (1997).

 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

François Lafranca

 

Biografia

Nato il 7 giugno 1943 a San Carlo/Val Bavona

Già durante la scolarità a Bienne, l'arte lo affascina e muove i primi passi nella pittura, scultura e incisione.

1959-60: Volontariato a Berna con Marcel Wyss, scultore, pittore ed editore della rivista d'arte SPIRALE. In questi anni inizia a suonare Jazz

1961-64: Ritorno in Val Bavona. In solitudine, vi lavora come pittore e scultore.

Nel 1965: a Locarno apre un Ateliers di incisione e stampa a mano e vi lavora con artisti come Ben Nicholson, Jean Arp, Piero Dorazio, Enrico Castellani, Eduardo Chillida, Mark Tobey e Arturo Bonfanti

1966: Fondazione Edizioni Lafranca con Hedda Lafranca (fino al 1986)

Dal 1973: a Collinasca/Cerentino, trasforma una segheria abbandonata in paper mulino e officine per lavorare il legno, il metallo e la pietra

Attualmente, con Franziska Kurth e le loro figlie Alba (*1999) e Line (*2001), vive in alta

Vallemaggia. Le sue attività si concentrano nei suoi straordinari Ateliers

 

 

 

Collaborazione con artisti

1960 Marcel Wyss
1964 Ben Nicholson
1966 Jean Arp, Gianfredo Camesi
1967 Hans Richter, Italo Valenti, André Evrard 

1968 Arturo Bonfanti
1969 Léon Zack, Mark Tobey
1970 Gottfried Honegger, Peter Stein
1971 Piero Dorazio
1972 Enrico Castellani, Warja Lavater
1973 Eduardo Chillida, Erich Keller
1980 Flavio Paolucci

 

 

 

 

Opere in collezioni pubbliche (selezione)

1976 Kunsthalle, Brema

1978 Graphische Sammlung, ETH Zurigo 

          Schweizerische Landesbibliothek, Berna

           Aargauer Kunsthaus, Aarau

1980 Ulmer Museum, Ulma

1981 Museo Wilhelm Hack, Ludwigshafen

1983 Kunsthalle, Mannheim
1985 Herzog-August Bibliothek Wolfenbüttel

1987 Comune San Nazzaro, TI
1989 Albertina, Vienna
1992 Badische Sparkassenakademie, Rastatt

1995 Museo Gunma, Giappone

1997 Neue Galerie der Stadt, Linz

1998 Leopold-Hoesch-Museum, Düren

2001 Musée des beaux-arts, Le Locle

2002  Kupferstichkabinet, Dresda

2003  Musée d'Art et d'Histoire, Neuchâtel

 

 

Esposizioni (selezione)

1960 Atelier-Theater, Berna

1969 Graphische Sammlung der ETH Zurigo

1976 Kunsthalle Brema catalogo

1980 - 81 BON A TIRER Kunsthaus Aarau / Ulm / Duisburg / Kiel catalogo

1982 Museo Wilhelm Hack, Ludwigshafen

1984 Kunsthalle Mannheim catalogo

1985 Museo d’Arte Mendrisio catalogo

1987 Scultura Svizzera, Locarno catalogo

1990 Schützenhaus Zofingen catalogo

Musée Jenish, Vevey catalogo

1993+02 Galleria Lazertis, Zurigo catalogo

1995 Galleria Saka, Tokyo

1997 Herzog-August Bibliothek, Wolfenbüttel

1998 Museo Leopold-Hoesch, Düren catalogo

Forum Rubigen catalogo

2000 Galleria UNE, Neuchâtel

2001 Museo Beaux-Arts, Le Locle

2002 Kunstreich Berna

2005 Villa Ramazzina, Verscio / Humaine Locarno

2006 Schweizerische Triennale der Skulptur, Bad Ragatz und Vaduz catalogo

2007 OLIVI Ateliers Collinasca+KunstreichBern catalogo

2013-14 RONG Triennale di Milano / Villa Ciani, Lugano / Musée du Louvre, Paris catalogo 2014 Spazio Arauco, Minusio

2015 Gunma Museum of Art, Tatebayashi, Giappone

2018 Museo Centovalli e Pedemonte, Intragna catalogo

2020 Kunsthalle Mannheim « Drucken ohne Farbe »

 

2020 Bex & Arts Triennale di sculture contemporanee catalogue.

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

 

Loredana Müller

 

 è nata a Mendrisio nel 1964, risiede nel Luganese e studia allo CSIA, segue le lezioni di M. Cavalli e M. Huber, tra grafica e arti applicate. Con una borsa di studio, si licenzia in pittura nel 1988 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, ove frequenta i corsi di E. Brunori e G. Strazza. È pittrice, incisore, ceramista. Espone frequentemente in Italia, in Francia, in Svezia, in Romania e in Svizzera, sia in personali che in collettive. Rientra in Ticino nel 2000. Apre la Galleria Pangeart (2002-2006) a Bellinzona. Cura le cartelle calcografiche Omaggi e confronti. Avvia nel 2006 la Scuola areapangeart di Arti Applicate a Camorino. Nel 2007 il Progetto Pangeart si unisce a AR Officina d’Arte Contemporanea a Milano. Nel 2008 cura le cartelle calcografiche AR. Nascono le Edizioni areapangeart in collaborazione con artisti e poeti. Nel 2009 fonda le edizioni ramo radice con M.R.Valentini. Cospicua la produzione di libri d’artista. Dal 2009 collabora con la Galleria Stellanove di Mendrisio e con L.I.Art Roma. Dal 2010 al 2015 hanno luogo numerose esposizioni di pittura e d'incisione calcografica. Nel 2015 apre col compagno Gabriele Donadini il centro culturale areapangeart, con esposizioni internazionali e incontri di poesia, letteratura, musica e cinema.

Omar Zoboli

(Modena, 1953) è un oboista italiano, professore alla Hochschule für Musik Basel.

 

Ha studiato l'oboe in Italia con Sergio Possidoni a Milano e contemporaneamente ha frequentato la facoltà di Filosofia presso l'Università di Bologna. Si è poi trasferito in Germania per studiare con Heinz Holliger e, nel 1978 ha ottenuto il diploma di solista alla Musikhochschule di Freiburg in Brisgovia. Nello stesso anno ha vinto il 1º Premio al Concorso Internazionale di Ancona e alla Rassegna Italiana di Giovani Interpreti della RAI. Ha frequentato corsi di perfezionamento con Paul Dombrecht e Maurice Bourgue.

 

Attività

Le sue prime registrazioni con opere di Antonio Pasculli hanno destato l'interesse della critica internazionale e gli hanno permesso di farsi conoscere con recital e concerti come solista in molti festival in Europa (Parigi, Berlino, Schleswig-Holstein, Zurigo, Varsavia, Milano), negli Stati Uniti e in Giappone, suonando come solista accompagnato da orchestre come la Suisse Romande a Ginevra, la Tonhalle di Zurigo, la Kammerorchester di Basilea, la Radiotelevisione della Svizzera Italiana Lugano, la RAI, la Verdi e I Pomeriggi Musicali a Milano, la Rotterdam Philharmonic, la Radio Cracovia.

 

Oltre all'oboe moderno, suona la musica del periodo barocco e classico su strumenti originali dell'epoca, estendendo poi l'interesse musicale verso altri strumenti quali il sax soprano.

 

Nel 1982 ha fondato l'Ottetto Classico Italiano (complesso di fiati), con il quale si è esibito in tutta Europa. È stato primo oboe dell'Orchestra della RAI di Napoli, della Radio della Svizzera Italiana, dell'Orchestra Sinfonica di San Gallo, dell'Orchestra da camera di Basilea. Con l'oboe barocco e classico ha collaborato con il Concentus Musicus Wien (Harnoncourt), il Giardino Armonico (Antonini), l'Orchestra La Scintilla di Zurigo e I Barocchisti (Diego Fasolis).

 

Ha registrato una trentina di dischi con opere dal Barocco ai giorni nostri per Accord, Claves Records, Divox, Ex Libris, Harmonia Mundi, Jecklin, Koch-Schwann, Stradivarius, Teldec, ecc.

 

Ha eseguito in prima assoluta opere a lui dedicate da Sylvano Bussotti[3], Niccolò Castiglioni[3], Paul Glass, Eric Gaudibert, Francesco Hoch, Alessandro Lucchetti, Luca Mosca[3], Albert Moeschinger[3], Mario Pagliarani[ e Gianni Possio.

 

Dal 1991 si è esibito, oltre che come solista, anche come direttore d'orchestra di propri progetti.

 

 

È docente di oboe e di musica da camera presso la Hochschule für Musik Basel. Tiene corsi di perfezionamento in Inghilterra, Spagna, Portogallo, Germania, Svezia, Svizzera (presso la Kammermusik-Akademie Blonay), Italia, Repubblica Ceca, Cina e America del Sud.

Vincenzo Guarracino

poeta, saggista e traduttore, è nato a Ceraso (Sa) nel 1948 e risiede a Como. Ha pubblicato tre raccolte di versi: Gli gnomi del verso, 1979, Paradiso delle api, 1984, Dieci inverni, 1990.
Ha curato numerose traduzioni di autori greci e latini, tra cui
I versi aurei di Pitagora, i Carmi di Catullo, I canti spirituali di Ildegarda di Bingen, 1997 e inoltre le antologie dei Lirici greci, 1991, e dei Poeti latini, 1993.
Come critico ha dedicato le sue attenzioni soprattutto a Verga e Leopardi.
Le Ariette di Vincenzo Guarracino richiamano alla memoria la poesia colta e raffinata dei poeti classici italiani di cui egli è noto studioso, in particolare di Giacomo Leopardi.
I versi delle liriche qui presentate sono brevi, misurate le strofe, le rime e le assonanze come dolci e intense “ariette” memori di una musicalità antica riportata alla modernità. Ma il ritmo e la facilità del verso tradizionale si è spezzato, si è frammentato in immagini subito sovrapposte ad altre immagini senza soluzione di continuità, come un fluire comprensibile solo sul piano evocativo.“Elegia”, “segreto”, “sogno”, “illusione”, “incanto”, “ebrezza” sono parole che descrivono lo stato d’animo di cercata evanescenza e abbandono a cui fanno riscontro dolci immagini suggerite da una natura amica: “il miele dei giorni”, “il verde nodo di fiabe”, “l’arena che abbaglia”, immagini nelle quali descrizione naturalistica e stati d’animo si uniscono a formare sintesi liriche di grande impatto. Al di là del sogno e dell’illusione, forse il senso vero dell’esistenza, che “solo a un dono somiglia”, non c’è che “la vita alle spalle di attese e di nulla”. In questo pessimismo leopardiano, rischiarato dalla bellezza dell’illusione e dal piacere della immersione nella natura madre, mi pare si possa vedere la chiave di lettura delle Ariette di Vincenzo Guarracino.

...........