Una serata intensa, ad areapangeart di Camorino, l'ora solare e le nubi ci hanno travolti un poco come la GRANDE CONTRADDIZIONE con Werner Weick. Il regista in saletta, ha presentato la 3° serata, sulle cinque che appartengono alla serie APOCALISSE. Disvelamento, visione degli opposti, assenza di quell'integrità che i popoli minoritari, l'essere umano integro ha e hanno; quell'unico principio, quell' unità creaturale con la natura tutta in totale rispetto. Ed è partito con NUVOLE TEMPESTOSE...

 

APOCALISSE Il termine apocalisse deriva dal greco "nascondo", significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o disvelamento .

 

 

 

CONTRADDIZIONE rapporto tra due affermazioni, due fatti, per cui uno esclude l'altro, antinomia, contrasto, discordanza, incoerenza, incongruenza, opposizione. Incompatibilità opposto coerenza, cadere in contraddizione - dire o fare cosa contraria a quella detta o fatta prima.

 

 

 

L'OSSIMORO è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro disgustoso piacere,  silenzio assordante, lucida follia.

 

Dato l'etimo del termine, anche la stessa parola ossimoro è a sua volta un ossimoro.

 

 

VADO VERSO DOVE VENGO affronto un argomento vastissimo appoggiandomi a pochissime parole estrapolate dal pensiero di Carl Gustav Jung...inerenti al grande Film che andiamo a vedere che vi invito a cogliere nella sua intensità. Dove il contrasto è la vita virtuale americana degli anni 80-90 e le sue derive se pensiamo ad oggi, e un popolo devastato come quello degli indiani d'America, essi dicevano se fai male alla terra fai male a tua madre….

 

Dato la decisione dell'ossimoro che appartiene alla frase scelta " vado verso dove vengo " tocco l'infanzia come luogo di ogni individuo e forse a metafora di un luogo possibile umano, colmo anche del contrario di bontà, ma la meta è pura natura….  per eccellenza, lì dove l'infanzia è ancora permessa, e la natura è ancora  contemplata

in noi e fuori da noi.

Penso e tocco argomento come una delle artiste presenti in sala alle nubi nostre...come

"idioma di lingua immaginifica"....abbiamo molto a che fare con gli indiani...pensiamo ai messaggi con il fumo...Nubiforme ...traccia e orme rientra...trasversalmente….

 

Carl Gustav Jung fu un bambino che per pomeriggi interi faceva macchie d' inchiostro sulla carta e vi rintracciava figure immaginarie.

 

E COME SE SI RIVELASSE CHE non possedere padre né madre FOSSE tratto dal mare come un pesce, o come una pietra bianca, e li cercasse la sua storia,  diveniva quell'interrogarsi.

E per tutta la vita ebbe l' impressione di detenere  questo segreto, che  abitava nel mondo della notte.

La natura era, per lui, un tempio sacro;

 

                        PENSAVA JUNG: 

                                  "gli alberi fossero "i pensieri di Dio" .

 

       Teorizzava la quaternità, aggiungendo alle tre figure divine

       quella del Diavolo come mefistofelica ironia della mente.

 

Chi sia lo Spirito Santo, è il punto chiave del pensiero di Jung.

Sorge da una fonte luminosa e da una oscura,

raccoglie le estreme contraddizioni dell' anima umana

AVVICINABILI

soltanto con i simboli più segreti dell' inconscio.

 

 

 

 

 

 

CONTRARIAMENTE A Noi occidentali, il film-documentario di Wener Weick

tocca l'esperienza del popolo, praticamente cancellato degli Hopi d'America.

presenti nel film di Werner Wick citazioni tratte da discorsi, appunto:

 

HOPI - SENECA - LAKOTA - SUQUAMISH - TUSCARORA - ZUNI

 

 

Come essere insieme buoni e malvagi, luminosi e tenebrosi,

coscienti e incoscienti,

 

aria e pietra, acqua e fuoco.

 

l'ininterrotta metamorfosi tra gli opposti superare gli opposti .

 

L'anthropos gnostico

e dell' androgino alchemico

 

È entrare nella  immensità

del vuoto cosmico.

 

 

L' inconscio era una vastità indeterminata,

priva in apparenza

di interno e di esterno.

 

 

Nell' inconscio, spiccavano i grandi archetipi - che, come Dio, attraevano Jung con la loro natura contraddittoria Tra gli archetipi della psiche Jung raccolse tutte le divinità grandi e minori, tutti i demoni, tutti i santi che, nel corso dei secoli, l' uomo aveva proiettato fuori di sé

 

- TRA LE NUVOLE DEL CIELO -  ALLA CROSTA TERRESTRE

 

Così svuotò il mondo di ogni presenza divina, mentre l' animo si riempiva, fino a traboccarne, di realtà luminosa. Come un illuminista, uccise gli Dèi: come un mistico, li fece rinascere e li venerò nel proprio cuore. In uno di questi archetipi, lo spirito Mercurio, rispecchiò l'inquietudine della sua anima.

 

  Umanizzare Dio e divinizzare l' uomo.

 

Quando un archetipo giungeva alla superficie,

toccava corde del suo animo che di solito non risuonavano mai.

 

Temeva delle potenze di cui non supponeva l' esistenza passava dal timore al tremore.

 

 

I suoi tardi libri presero una struttura tra circolare e labirintica.

 

 

Per giungere alla sincronicità, Jung propose una scienza dell' analogia universale:

Per abitare l'inconscio che gli premeva dentro, costruì una casa sulle rive del lago di Zurigo -

che avrebbe dovuto essere l' equivalente oggettivo delle forze irrazionali che l' abitavano.

Vi passava lunghi mesi di concentrazione:

vi ritrovava i fantasmi degli antenati; gli sembrava di essere ritornato nel grembo materno,

dove poteva diventare ciò che era stato, ciò che era e ciò che sarebbe stato.

Così il suo lungo cammino si riannodò al punto d' origine.