quaderni grigi     leporello

VINCENZO GUARRACINO giugno 2025

 

Per i Quaderni Grigi di Loredana Muller

 

 

 

Sono già 27 gli autori che costituiscono la Collana dei QUADERNI GRIGI, ideata e realizza dall’infaticabile Loredana Muller; l’ideatrice ha posto nelle sue cabale mentali come il culmine del suo Progetto (1/1 x 21 esemplari e per giungere a 27 titoli )

 

Eccoli, nell’ordine, tra realizzati e da realizzare (precisando che gli ultimi dell’elenco sono ancora da definire): 1. Antonio Rossi; 2. Dubravko Pusek; 3. Alessandro Margnetti; 4. Elisabetta Motta; 5. Gilberto Isella; 6. Rita Iacomino; 7. Werner Weick; 8. Osvaldo Coluccino; 9.-Gilberto Isella; 10. Fabio Pusterla; 11. Alberto Nessi; 12. Vincenzo Guarracino; 13. Massimo Scrignoli; 14. Nina Nasilli; 15. Marino Cattaneo; 16. Prisca Agustoni; 17. Andrea Balzola; 18. Roberto Deidier;19. Laura Quadri; 20 Nicoletta Barazzoni 21. Roberto Rossi Precerutti; 22. Monica Piffaretti; 23. Marco Vitale; 24 . Antonella Astolfi; 25. Pietro De Marchi; 26. Donata Barra; 27. Paolo Riffilli.

 

Cosa offrono? Contengono testi e immagini, con il comune denominatore della demiurgica e costante presenza di Loredana che in tutti i “leporelli” accompagna le parole con grafiche originali, le magiche variazioni dei colori delle copertine e delle textures sempre cangianti, come altrettante sfumature dei loro interni tra segni e trasparenze, Il senso e i sensi, potenziati non poco dalla sua certosina perizia inventiva in dialogo con gli autori sopra citati.

 

A partire dalla copertina, dalla scelta dei pochi caratteri di legno di pero disponibili e dagli inchiostri realizzati con terre ed essenze naturali e stesi su una lastra a linoleum-xilografica, l’oggetto povero, “libro-quaderno minimo” nasce e prende vita, nell’alveo di un piccolo, modesto tirabozze, come un’”avventura, colma volutamente di quella caducità umana, di quel perfettibile da non raggiungere, se rispettiamo quell'istante irrepetibile che qualifica il senso del vivere”, per usare la definizione della stessa Loredana, che alla sua poetica tecnica aggiunge un’ulteriore e suggestiva annotazione, affermando che tutto ciò avviene per colmare “il sentimento fragile, che ci abita, noi esseri così capaci di fare traballare il mondo, il pianeta, gli equilibri ciclici e climatici, per non parlare delle assurde guerre”, contrastando così col nostro segno e la nostra presenza “il potere, che tutto consuma, che come dice Cristina Campo "divora anche la parola" in Tigre assenza”.

 

Questo per quanto il contenente, il LIBRO, e la sua filosofia. Per quanto riguarda i contenuti, i testi, il discorso è riccamente articolato e riflette ovviamente le diverse personalità dei loro autori.

 

Si va, nell’ordine, da Antonio Rossi (1952), poeta traduttore che abita nel

Mendrisiotto, in Ticino, ad Arzo ("Da giacimenti ferriferi "); a Dubrasko Pusek (1956), poeta e traduttore, che, nato a Zagabria, vive nel Luganese ("Grauzone - zona grigia"); ad Alessandro Margnetti (1956), docente e letterato nato e resisdente a Camorino ("Affioramenti del triassico- permiano"); ad Elisabetta Motta (1966), saggista e docente nata a Seregno-Monza e residente a Monza ("Bacello o fiore"); a Werner Weick (1945), regista -giornalista-documentarista RSI nato a Basilea e residente in Ticino ("Solvitur ambulando"); a Osvaldo Coluccino (1963), poeta e compositore, nato e residente a Domodossola ("Magici specchi"); a Gilberto Isella (1942), poeta, traduttore, nato e residente a Lugano con due libretti ("PietrEteree" e "Orme-ombre-soglie" unico leporello con tre diverse incisore: Fumagalli, Nazar, Müller. ); a Rita Iacomino (1962), poeta, docente di Belle Arti, nata a Napoli e residente a Roma ("Il punto"); a Vincenzo Guarracino (1948), poeta, traduttore e critico letterario e d’arte, nato a Ceraso, Salerno, e residente a Como ("Cieli e attese"); ad Alberto Nessi (1940), scrittore e poeta, nato a Mendrisio e residente a Bruzella in Ticino ("Parola data"); a Fabio Pusterla (1957), poeta e traduttore, nato a Mendrisio e residente a Lugano ("Ricomponendo il futuro"); a Massimo Scrignoli (1953), poeta, editore, nato a Bologna e vive a Ferrara ("Nel fondale del fiume"); a Nina Nasilli (1968), poeta e pittrice, nata a Rovigo vive a Padova ("Prossimità"); a Prisca Agustoni (1985), poeta, traduttrice nata a Lugano, vive in Brasile ("Il vuoto attorno"); a Marino Cattaneo (1957), architetto, poeta, nasce a Varese, vive in Ticino ("Amon düll II Grau"); a Andrea Balzola (1961), drammaturgo e saggista, è nato a Torino, vive a Torre Pellice ("La dismissione del mondo"); a Roberto Deidier (1965), poeta e saggista, nasce e vive a Roma ("Cassandra"); a Laura Quadri (1990), letterata e dottorando in teologia, vive e lavora a Lugano ("Un dialogo sussurrato"); a Nicoletta Barazzoni (1957) giornaliata , libero professionista vive a Lugano ( Oltre il segno); a Roberto Rossi Precerutti ( 1953) poeta, scrittore, saggista vive Torino ( Acrostico per Luisa Castellani soparno nata a Torino vive a Lugano-Paradiso); a Monica Piffaretti (1963) di Biasca, scrittrice e giornalista, vive a Bellinzona ( Eternità (presunta)); ad Antonella Astolfi (1958) vive tra Milano e le Centovalli, insegnante di tecniche vocali ( Voce); Marco Vitali ( 1958) nato a Napoli, vive a Milano, poeta e traduttoere (Sere di passo); a Pietro De Marchi (1958) nato a Seregno Italia, vive e lavora a Zurigo, poeta e docente universitario (Nei terrestri confini); a Donata Berra nata a Milano nel 1947, musicologia e letteratura, traduttrice vive a Berna (Sommessamente); a Paolo Ruffilli nasce a Riete nel 1949 vive a Treviso è scrittore, poeta, traduttore ( La misura del grigio)

 

Qualche verso, a caso, per dire la marezzata bellezza dell’insieme: “Passata l’ombra della gioventù / senza lasciare traccia…// non c’è perdono alla bellezza e lei / non ne ha mai chiesto…”, “Immagina questo foglio come una galassia / obliqua, radiante: i cinque battiti della parola / astro ardono al centro…”, “il grigio che rade le case / il tepore freddo inghiotte / il verde sottostante…”, “il mirto una rosa e lontano / tra cieli ed attese una luce…”, “densità di pensieri che si fanno carne…”, “felice di partire / verso lo sfolgorio del cuore…”, “una inattesa bellezza / un chiarore di luce / una verde speranza…”.

 

 

Una “inattesa bellezza”, un “miracolo” fragile e forse irripetibile: da Camorino, in partibus infidelium…La sua vita per farla durare necessita di mille accortezze, nella consapevolezza che la sua presenza è da proteggere come un “non più-non ancora”, fascio lucifugo e insieme solare, ossimoro sempre sul punto di una perdita ma anche di una rinascita sotto altra forma ed immagine (“pro corpore florem”, come “un fiore al posto del corpo”, giusto come si dice di Narciso nella favola raccontata da Ovidio).