Un concerto in dialogo tra Daniele Christen e Santo Sgrò; in omaggio alle opere esposte, ai bassorilievi di Paolo Di Capua e alle sculture di Antonio Tabet.
L'uno sottrae l'elemento legno, e i suoi solchi generano traccia, quasi acqua, linfa, per poi giustapporsi ad asticelle, passerelle assemblate, come per rendere
attraversabili i fiumi, i mari. Genera pareti che contengono, dighe, e apre un passaggio lirico " Ho messo "Bianco su Bianco" ci dice Di Capua. Mentre Tabet dallo
studiato taglio, opera sul piano e sull'asse ruotante genera volumi danzanti, come pagine o pareti che dall'incastro approdano al volume e dettano margini a tutto tondo
inaspettati. La lirica geometria di Paolo Di Capua e l'elegante geometria cosmica di Antonio Tabet si sostanziano unite alla musica. Partendo dai suoni generati per la
sala, si innestano improvvisazioni, unite dai timbri degli strumenti, dalle improvvisazioni, dai temi generati appositamente. La tastiera,
il sintetizzatore si intrecciano alle sonorità asciutte delle percussioni. Sono gli elementi, l'aria, l'acqua e il vento, che parlano del legno, esso stesso
toccato, percosso, unito a fraseggi, dove ritmi spezzati, tempo larghissimo, minimi stridori, ritmi larghi o veloci, ritmi che si sfaldano, semi e legnetti, piatti o tamburi che
si rincorrono dal crescendo al decrescendo, da motivi Jazz ad arpeggi, si districano in fraseggi contemplativi, i quali riflettono e meditano il
passaggio-paesaggio. Il silenzioso e partecipato moto d'ogni elemento, albero-croce-legno-vita-cosmo.
Lore