Infanzia  - Rita Iacomino . Dove sta il silenzio di Gilberto Isella .  Prevale il silenzio di Antonio Rossi

Buonasera a tutti, avete appena vista l'esposizione...vedere il silenzio è già dimensione complessa, e già da qui partirebbe la mia riflessione. Gli artisti visivi coinvolti che si scusano per la loro assenza, Giulia Napoleone sarà nuovamente in areapangeart per il 15 dicembre momento di concerto con l'autore dei suoni in sala Marco Colonna.

François Lafranca ora è con la famiglia nel sud della Francia a raccogliere pigmenti.

 

Ebbene SILENZI e sguardi incrociati, mi hanno portato al valore dell'ascolto, praticato verso se stessi e quel rapporto che Martin Buber chiama io-tu.

La volontà attorno all'allestimento è questa, un dialogo incrociato dove l'io e il tu, divengono materia e spirito, l'io e l'altro...il diverso, lo straniero...ma non come confronto di dominio, bensì come finestra o cuore di senso, tempo di ascolto ... come scelta; quel ex-primere portare fuori...e quel comprendere con -prendere portare dentro.

 

Questa sera tocchiamo la poesia, ospiti tre poeti Rita Iacomino, Gilberto Isella e Antonio Rossi, poeti che areapangeart ha come punti di riferimento, per tensioni e autenticità, lo diceva già Max Picard che la parola forse non è il contrario del silenzio, piuttosto un modo di rispondere e di farlo risuonare.

 

Non modererò la serata, l'idea e far parlare liberamente per quindici minuti, ogni poeta, che leggerà e diverrà così ulteriore voce che conduce questo ritmo silenzioso-misterioso che è la poesia.

 

Ci sarà un tempo per ognuno, e a finire qualche lettura ulteriore per i quaderni nati: prima; quelli grigi con Nina Nasilli e Massimo Scrignoli e a seguire; quelli dei SILENZI con Marco Vitale e Alessandro Margnetti..

 

Concludo e lascio la parola a Rita Iacomino, sul posto avete una minuta nota biografica dei tre autori, oltre le poesie presenti in sala per seguirne il respiro.

 

Credo che anche questa serata sia una reazione; come direbbe Giorgio Orelli - questa IGNOBEL ignobile pace- , o come direbbe un Massimo Cacciari "Falsa pace" che sottrae vite ancora. Lore

 

RITA IACOMINO

 

 

 

 

 

Infanzia

 

Eravamo contenti allora

e insieme provavamo

con quelle quattro piume

ad alzarci in volo.

Ad altri era dato beneficio

di cavalcare il tempo

a noi bastava condurre i carri a sole spento:

era il migrare nostro

interno e silenzioso

come l’acqua tra le falde, sotterranea.

 

 

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L’albero

 

Quanta erba ti è cresciuta intorno

e lungo le tue gambe

un rampicante s’è avvinghiato

fino a sopprimerti la bocca.

Prova a parlare adesso

tu, di stirpe arborea.

 

L’isola dei morti

 

Luogo dolce, inverosimile, aperto

le mani si sciolgono in questa distanza

acuta mente che il cuore onora:

solo io, superstite, m’accorgo delle risa

l’immenso riverbero del nulla

in tanto spazio.

 

Nel bosco

 

Ti sei addormentata sotto una coperta di foglie.

L’inverno è passato,

ma non ha scoperto il tuo fianco d’oro.

Io proteggerò la tua bellezza minerale

chiusa dentro un vaso di parole.

 

 

 

 

 

In fine

Ciò che sembrava vero rivelerà il suo aspetto di cosa oscura e inebetita.

Lo spazio aprirà porte improvvise e tutti

si affacceranno sull’invisibile trovandolo privo d’interesse.

Dietro il buio non c’è nulla eppure

filantropi rintanati in loro stessi

piegheranno la testa sul lato debole dei sentimenti.

Le strade si svuoteranno.

I centritavola abbelliti dalla luce color ciclamino

assumeranno il loro statuto di cose d’altri tempi.

Il primo e l’ultimo dei pensieri rotoleranno nel centro del mondo

da fessure inaspettate dello spazio/tempo.

Ogni ombra camminerà isolata dal corpo che l’aveva prodotta.

Tutto un soffice sfasciarsi, un molle liquefarsi.

Tra materie e corpi, tra vuoti e pieni, non ci sarà distinzione.

Ruota sull’asse inesistente la porta del desiderio.

 

 

 

     GILBERTO ISELLA - DOVE STA IL  SILENZIO

 

 

 

 

 

Il silenzio sta nell’ugola

come falco imbalsamato

come manto di seta

avvolto a boccia di cristallo

o a collo di cigno nero



Ama le cerimonie più frivole”

scandisce il professore, mentre

nell’aula sale

il respiro acre del nulla



Fuori gioco quel silenzio

ancora attende notizie

da arpe senza corde, segni

remoti a scarti, convolvoli

 

reclusi nell’erbario

 

 

 

 

 

 

 

genocidio di Gaza

 

 

 

 

 

Non ci sono limiti alla sofferenza umana.

Sempre più spesso la Storia, come una piovra,

assale l’essere umano indifeso.

Lo umilia, lo scarnifica, lo bandisce dalla vita.

I responsabili si trincerano dietro giustificazioni

menzognere e ciniche, toccando i vertici dell’assurdo.

Il genocidio di Gaza è lì a provarlo.

 

 

spazio afflitto

 

 

le dolenti antigeometrie dell’oggi

disegnate nei crolli, nel supplizio delle case

ci mutano in punti derelitti

là sulla striscia

che si specchia nel vuoto

 

la mosca nera con la sua ossessione

vola per l’ennesima volta

 

irredimibile

si fa la spianata

 

da dure antenne l’insetto

versa escrementi solari

pentole esplodono

in una lunga valle di sparizione

 

vaiolo terrestre cammina

al passo

 

con i Salmi più angustianti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Antonio Rossi

 

Prevale il silenzio:

timori e pericoli

si faranno più sicuri

e visioni più esplicite

o lesive

se prima con bisbiglio

parole dispendiose

in severa lingua

 

torneranno.

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