areapangeart incontri d'arte a Camorino
vi invita all'esposizione-installazione in dialogo tra:
Penelope M. Mackworth-Praed
The innumerable sunsets and shores of time -Gli innumerevoli tramonti e rive del tempo
installazione di filo metallico-roccia
Mitologema di Loredana Müller
incisione calcografica e pittura
Sabato 12 febbraio 2022, ore 16-20
fino il 18 aprile 2022
Testo in sala: Barbara Paltenghi Malacrida
Suoni in sala: "corale per margaret II" Paul Glass
L.M. 2021, incisione calcografica, monotipi
P. M. M-P. 2021, mobil-metallo-monotipi-colore
Saletta Incontri, lunedì ore 19,
prenotazione necessaria.
lunedì 28 febbraio
KÄRÄJÄKIVET: edizioni e progetti di Màrcia NASCIMENTO
Nuno COSTA, introduce l'architetto Roi Carrera in dialogo con Loredana Müller visione delle 11 edizioni*
improvvisazioni alla chitarra di Vincenzo Ciotola,
voce narrante per ALBERO Antonella Astolfi.
lunedì 14 marzo
Incontro con il regista: WERNER WEICK
IL FILO D’ORO.
Arne Naess, padre dell’ecosofia
documentario di Werner Weick e Andrea Andriotto prodotto per la RSI.
Durata: 55’
sabato 19 marzo
ore 18
Incontro con il poeta: ALBERTO NESSI
"Corona Blues" e “Minimalia”.
dialogo voce chitarra, Alberto Nessi - Vincenzo Ciotola
lunedì 11 aprile.
Incontro con il compositore: PAUL GLASS
lunedì 18 aprile
PENELOPE M. MACKWORTH-PRAED
le sue sculture
www.areapangeart.ch Ai Casgnò 11a - 6528 Camorino 0763380967-0918573979 loredanamuller@bluewin.ch
COMUNICATO STAMPA ad areapangeart inaugura l'esposizione:
"Gli innumerevoli tramonti e rive del tempo"- "Mitologema"
Ad areapangeart, centro culturale di Camorino, gli incontri d'arte proseguono, sabato 12 febbraio 2022 dalle ore 16 alle 20, inaugura la nuova esposizione-installazione che vede due protagoniste in dialogo: Penelope M. Mackworth-Praed con la sua installazione "scultorea" di filo metallico e macigno: "The innumerable sunsets and shores of time" - "Gli innumerevoli tramonti e rive del tempo" e le incisioni calcografiche e la pittura di Loredana Müller "Mitologema". Inoltre sorprenderanno i suoni in sala del noto compositore Paul Glass, "corale per margaret II". Al primo piano, visitando l'esposizione, si potrà leggere un testo critico-poetico scritto appositamente da Barabara Paltenghi Malacrida.
Nella sala espositiva in Via Ai Casgnò 11a di Camorino, un allestimento particolare vede scendere dal soffitto le 65 sculture di filo di metallo leggero - mobil. Opere sospese che generano eco e rifrangenze minime tra moti e colori determinati, osservati ai tramonti, sulle creste delle nubi, nei riflessi del lago. Come danzassero attorno ad una grosso masso, pietra letteralmente trasportata dalle rive del Lago Verbano, lì dove era precipitata a Magadino e inserita come cuore o centro dell'' operazione, divenendo il maestro d'orchestra dell'installazione di Penelope M. Mackworth-Praed. Un movimento di tenui colori filiformi che sembrano ondeggiare ruotando su se stessi, nelle forma-formans, che paiono, al contempo, nella piccola complessità del loro volume, nubi o concrezioni evanescenti, grafemi, formule matematiche o chimiche: è il regno dei numeri che ci parla del valore del suono armonico; è e diviene, infinita variante formale.
"The innumerable sunsets and shores of time" - "Gli innumerevoli tramonti e rive del tempo" è un titolo che nella lingua madre di Margaret risuona echi Schakespeariani, laddove gli intenti poetici accendono visioni, fra trasparenze, ombre e percezioni tra struttura e ossature speculari dell'anima. Dagli antichi moduli quasi tra pentagono e esagono, echeggiano complessi schemi dalla dimensione aperta. Da Mirò a Calder, furono nominati mobil sculture in movimento sospese o leggere da Duchamp: su questo s’innesta e risponde in modo diversamente stabile, la Müller. Le sue carte generano echi tra superfici e profondità, trasparenze assolte per deduzione di un moto interno, espresso con timbri cromatici elaborati che dialogano con l’estensione piuttosto che con i contorni. Tramite matrici e inchiostri che Loredana si costruisce, lavorando con la pressione del torchio per dare un alito di stratificazione e volume alle pagine bidimensionali. Il titolo "Mitologema" rimanda a visioni archetipiche, ad una dimensione mitica della creaturalità, partendo dal minerale e giungendo al vegetale. Presenze che stanno in un orizzonte basso, verso terra. Ed è lì che ritornano, tra echi di terra e acque, arie e vapori, o ancora funghi e licheni. Per abbracciare qualcosa quasi astrale, tra muschio e notte, tra pianeti rigenerati che introducono forse alla stella maggiore. La potenza di una luce creaturale sembra coinvolgere entrambe le artiste. L’allestimento, nella sala e saletta al 1° piano in areapangeart è insieme intenso e osato, per scelta non ci sono video o materiali fotografici, poiché un’installazione non prevede altre dimore visive.
L’esposizione è curata da entrambe le artiste, le quali incontreranno il pubblico per un momento di riflessione e di svelamento, attraverso i materiali presentati, nella saletta incontri. Qui, come per ogni pagina del centro culturale areapangeart, si prevedono cinque serate, di lunedì alle ore 19. La prima serata sarà lunedì 28 febbraio, si presenteranno le edizioni di KÀRÀJÀKIVET "cerchio di pietre", sarà l'architetto Roi Carrera assieme alla stessa Müller a parlarci dell'insieme editoriale, 11 libretti, di cui il penultimo è centrato su una delle due artiste. Lunedì 14 marzo è la volta del Cinema di WERNER WEICK . Sabato 19 marzo alle ore 18, l'incontro con il poeta ALBERTO NESSI che ha lavorato anche con Paul Glass. Lunedì 11 aprile l'incontro con il compositore: PAUL GLASS per terminare con l'incontro lunedì 18 aprile con PENELOPE M. MACKWORTH-PRAED.
www.areapangeart.ch Ai Casgnò 11a 6528 Camorino 0763380967-0918573979 loredanamuller@bluewin.ch
Il concetto sottostante alla mia nuova istallazione: Penelope M. Mackworth-Praed
Verso la fine dell’estate 2020 ci fu una tempesta e un diluvio della durata di due o tre giorni che provocarono il trascinamento nel Lago Maggiore di una enorme quantità di acqua e di detriti da tutti i fiumi e torrenti che in esso sfociano. (in particolare dalle scarpate delle montagne a sud del lago).
Il livello del lago si alzò in modo significativo e le piccole spiagge che circondano il lago, una volta liberate dall’acqua, dovettero essere pulite da tronchi, pietre, vegetazione e spazzatura e i letti dei torrenti e ruscelli risistemati.
Tra i detriti arrivati dal ruscello sulla spiaggetta sotto casa dove abitiamo, trovai una bella pietra, un sasso di circa 40 kg, che sembrava a prima vista fatta di un bel marmo striato e dorato.
Con l’aiuto della persona con la quale stavo pulendo la spiaggia (che offre una vista panoramica sul lago fino alle lontane montagne al di là, a nord, a est e, soggetto di questa istallazione, a ovest verso i tramonti estivi) mettemmo da parte la pietra, per poi portarla successivamente nel mio studio.
Questo sasso si trasformò nella base concettuale di questo lavoro.
Guardando il sasso più da vicino e la moltitudine di colori e di luccichii dei cristalli che compongono i suoi strati, si può dedurre che, probabilmente, iniziò la sua vita in seguito a sedimentazioni successive che pacificamente si depositarono nel fondo di un mare non troppo profondo, o di un lago, in un epoca geologica molto anteriore a quella dello spostamento della placca tettonica africana contro quella eurasiatica, spostamento che provocò la formazione delle alpi.
Il caldo e la pressione dovuti a questo processo portò il sasso giù in profondità nella crosta terrestre verso il mantello, comprimendolo e cristallizzandolo fino a dargli la sua forma e composizione minerale attuale, per poi buttarlo su verso la punta di una montagna.
Cosa successe al sasso da quel tempo remoto ad ora non lo sappiamo; ma il suo arrivo sulla riva di un lago lo riporta, chiudendo un ciclo, verso la sua prima possibile origine, come sabbia di limo e piccole particelle che formarono la composizione di strati in quell’antico primordiale mare o lago.
Prendendo le mutevoli formazioni nuvolose, colorate dal sole ogni sera al tramonto, che sono in effetti così vicine ai colori contenuti nella pietra, prendendo le piccole onde increspate del lago , che si riversano sulla riva del lago e il sole che cattura le increspature superficiali dell’acqua, disegnando forme esagonali, illuminate dal sole, sempre mutevoli, dentro e attraverso l’acqua e il ciclo a spirale mai ripetuto, ma sempre ricominciato di tutte le cose attraverso il tempo, ho formato le 80 + strutture che sono sospese e che circondano la pietra.
Biografia: Penelope Margaret Mackworth - Praed
Nata a Londra, si forma presso le accademie di arte e design di Wimbledon, Falmouth e Epsom, diplomandosi nel 1976. Tra gli anni 1969 e 1972 realizza le sue prime " costruzioni" utilizzando una base numerica, caratteristica di tutti i suoi lavori futuri. Subito dopo compie un lungo viaggio di ricerca in Medio Oriente e Asia del Sud. Nel 1977 sposa il compositore Paul Glass, trasferendosi a Carona, Canton Ticino Svizzera. Nel corso della sua vita ha fatto più di settanta esposizioni dei suoi lavori in musei e gallerie di diversi paesi europei: tra queste una mostra personale nel 2008 alla National Gallery di Sofia in Bulgaria. Parallelamente dal 1982 al 2017, è stata professore associato per la scultura al Franklin University Switzerland. Oggi vive e lavora a Magadino.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Bulgaria, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Stati Uniti e Svizzera.